Michele è un ragazzo problematico ed evidentemente molto confuso. Il cervello e i modi sono quelli di un 14enne cresciuto per strada. La chiama “esperienza”. Il corpo è quello possente di un uomo fatto. Lo abbiamo incontrato ieri, intorno alle 12.30, fuori dall’istituto alberghiero Perotti, dov’eravamo andati per l’ennesima volta nel tentativo di parlare con la dirigente scolastica, Rosangela Colucci. Volevamo e vorremmo ancora sapere la sua versione in merito alla gestione di alcuni episodi avvenuti recentemente nella scuola.

Lo studente era in sella al suo scooter. Aspettava come noi di parlare con la preside. Voleva il nulla osta per tornare al Perotti o andare all’istituto Majorana, al quartiere San Paolo, perché il corso da operatore della ristorazione al Villaggio del Fanciullo “non vale niente, perché si fa solo italiano e religione”. Ci ha molto meravigliato vedere lo studente espulso fuori dai cancelli dell’istituto in via Niceforo, al quartiere Poggiofranco. Ci ha meravigliato vederlo allontanarsi con una ragazza uscita come altri compagni al suono della campanella.

Ne abbiamo approfittato per raccogliere il suo punto di vista sull’aggressione alla coetanea, che lui avrebbe preso per la gola, scaraventato per terra e minacciato con una corda, ripetendole: “Ti lego e ti spoglio”. Quello di Michele è un racconto lacunoso con la telecamera accesa; più dettagliato, ma in ogni caso contraddittorio e niente affatto convincente a microfoni spenti.

Se davanti all’obiettivo il 14enne ha persino negato di essere mai stato nell’aula incriminata, spenti i riflettori ha ammesso la presenza in classe, a suo dire con la porta aperta e non chiusa, al contrario di quanto ci è stato riferito. Non ricorda che giorno fosse: lunedì, forse martedì, sicuramente non mercoledì. Niente corda e minacce – dice – ma un bacio sulla guancia pubblicato su instangram e poi tolto per il clamore scatenato dalla vicenda e perché a detta dei suoi amici: “La Polizia vuole arrestarlo”. Per ora nessun arresto, men che meno approfondimenti ufficiali sul caso, perché sull’aggressione non è stata ancora sporta una denuncia formale, purtroppo neppure dalla scuola.

Il ragazzo qualche mese fa era finito nuovamente nei guai per aver picchiato insieme ad alcuni amici un passeggero a bordo dell’autobus numero 10, proprio nella zona del Villaggio del Fanciullo, dove adesso frequenta l’inadeguato corso regionale. Il vero problema è che in questo modo non si aiuta l’aggressore a capire l’errore, che probabilmente continuerà a commettere, ma soprattutto si lascia la vittima al suo destino, in questo caso fortunatamente nelle mani di una famiglia che sta facendo il possibile per farle superare questo shock, aiutandola e proteggendola in ogni modo.