I cartoni sui pianerottoli dei sei piani non mentono. Sull’etichetta c’è scritto: “Contenitore monouso per rifiuti ospedalieri pericolosi a rischio infettivo”, oppure più esplicitamente: “Materie infettive”. Nonostante tutto, però, all’ospedale Di Venere di Bari devono avere altre informazioni.

Sarà per questo che quelle decine di cartoni e buste vengono abbandonati in attesa di essere smaltiti, con una metodologia che fa discutere, lasciati alla portata di chiunque, anche dei bambini. Al sesto piano, poi, quello del reparto di  Ostetricia e Ginecologia, le materie infettive vegono addirittura depositate in mezzo ai tanti parenti in attesa dei nascituri.

Papà, nonni, fratelli e parenti tutti fanno su e giù, incuranti di cosa possa esserci dentro. Certo, il degrado visibile ad occhio nudo non invoglia ad avere rispetto di quel luogo, e quindi ognuno si sente in dovere di non rispettare gli orari di visita, il divieto di fumo, più in generale il più elementare decoro.

In tanti, ormai troppi, non riescono neppure a tenere a bada quell’irrefrenabile desiderio di scrivere sui pochi spazi rimasti liberi nei muri che è nato Antonio, Gianluca, Lorenzo, Domenico, Costantino, Alessandro, Elvira e Michele. Peccato che quelle povere creature debbano avere subito a che fare con questo sporco mondo, nel modo peggiore.