Le sue dichiarazioni avevano procurato sconcerto e sgomento fra gli spettatori e gli ospiti in studio. La storia di Muhammad Alfredo, autotrasportatore barese convertito all’Islam, era finita sotto i riflettori grazie alla trasmissione “Piazza Pulita” su La7. La Polizia, però, ha voluto vederci chiaro e dopo controlli e accertamenti è passata all’azione.

L’uomo, durante il noto programma televisivo, andato in onda nella serata del 9 marzo, ha dichiarato pubblicamente che “sottoporrà le proprie figlie alla infibulazione, favorendo anche il loro precoce matrimonio, nel rispetto della sharia” ed, inoltre, di non esitare ad adottare in famiglia “metodi correttivi” anche violenti nei confronti della convivente, ritenuta un essere inferiore all’uomo e bisognosa di un “tutore”.

Muhammad Alfredo ieri è stato posto sotto sorveglianza speciale per motivi di terrorismo, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Il provvedimento è stato disposto in via di urgenza dal Presidente del Tribunale Misure di prevenzione di Bari che ha ritenuto sussistenti i presupposti per la configurabilità della pericolosità sociale dell’uomo.

Le indagini, condotte dalla Digos di Bari, sono iniziate nel giugno 2016, a seguito di una attenta attività di monitoraggio della rete internet da cui è emerso il collegamento dell’uomo con internauti dediti a propaganda jihadista, sintomatiche di un’adesione a forme di islamismo estremista ed a pratiche oltranziste della sharia, in particolare nei confronti delle donne. Tra gli elementi acquisiti anche la minaccia di fare ricorso al martirio, diffusa via web come risposta a coloro che non avevano condiviso la sua scelta di aderire al radicalismo islamico.

La Digos ha proceduto al ritiro dei documenti validi per l’espatrio ed alla sospensione in via amministrativa della patente di guida di Alfredo. I poliziotti hanno anche sottoposto il barese a perquisizione personale e domiciliare rinvenendo e sequestrando numeroso materiale di interesse investigativo. Il Tribunale per i Minorenni, invece, ha disposto l’affidamento ai servizi sociali del comune di residenza dei figli minori dell’uomo, affinché gli stessi siano collocati unitamente alla madre ove questa intenda seguirli, in una struttura adeguata.