Nonostante le rassicurazioni del sindaco di Noci, Domenico Nisi, apprendiamo che già da un paio di mesi la Procura di Bari avrebbe notificato tre avvisi di garanzia a Rosanna D’Elia, presidente del Consiglio di amministrazione della struttura pubblica APSP “Opera Pia Sgobba”, e a due dei consiglieri: Antonio De Luca e Oronzo Colucci.

I tre erano stati denunciati da un ex membro del Cda. S’indagherebbe per una presunta “violenza privata”. In sostanza, a quanto è dato sapere, l’ex consigliere d’amministrazione avrebbe denunciato il presidente e i due colleghi per avergli estorto la firma delle dimissioni.

Le voci che circolano parlano di presunti interessi di alcuni consiglieri comunali di Noci, che avrebbero voluto l’estromissione del consigliere “scomodo” dal Cda, anche perché nominato dal Consiglio comunale su proposta delle opposizioni. Il presidente dell’Opera Pia, lo ricordiamo, è espressione della Giunta regionale pugliese, su indicazione del sindaco. Due dei tre indagati all’epoca delle elezioni amministrative erano candidati nelle liste di riferimento dei due aspiranti sindaci, Morea e Nisi, ora alleati. Avere conferme su quanto successo non è stato facile.

Assodata la notifica degli avvisi di garanzia, abbiamo interpellato tutti i protagonisti. La D’Elia, prima di chiudere in malo modo la conversazione ha minacciato querela se avessimo pubblicato la notizia. Il consigliere Colucci, tra una parolaccia e l’altra, ci ha definito “teatri” per esserci permessi di chiamarlo, negando ogni addebito. Telefonato al negozio di fiori in cui sapevamo di trovare il terzo denunciato, Antonio De Luca, ci è stato riferito che “non lavora più qua”, e che “adesso si trova all’estero”. Scavando scavando, però, siamo venuti a conoscenza di un fatto che, se appurato, getterebbe altra benzina sul fuoco delle polemiche che stanno infiammando Noci.

Una persona informata sui fatti ha aggiunto un elemento in più, che potrebbe finire anch’esso al centro delle indagini. Persino la presa d’atto delle dimissioni dell’ex consigliere, obbligatoria per Statuto, sarebbe avvenuta in maniera poco ortodossa. La testimonianza racconta di ulteriori forzature nell’acquisizione, sul verbale, della firma di uno dei consiglieri, avvenuta al di fuori della sede del Consiglio di amministrazione e non senza pressioni.

Come ovvio, abbiamo provato anche a sentire il sindaco di Noci, Domenico Nisi, per chiedergli spiegazioni su questa storia, in ogni caso tutta da chiarire e per sapere cosa avesse intenzione di fare, una volta appurata la notifica degli avvisi di garanzia. Con la speranza che venga fatta piena luce sulla vicenda, indipendentemente dalle persone coinvolte e dai loro apparentamenti politici, restiamo a disposizione di chiunque volesse ulteriormente chiarire o precisare.