I soccorritori del 118, che in codice giallo hanno trasportato il 17enne al Giovanni XXIII, non sono stati ancora ufficialmente avvisati da nessuno. “Nessuno ancora che il ragazzo aveva una meningite meningococcica – tuona chi ha portato a braccetto il paziente in ambulanza – abbiamo saputo della notizia dai giornali”. In quel momento nessuno sapeva di cosa si trattasse, ma dopo i primi accertameti tutto è apparso più chiaro.

I nervi sono tesissimi. “In altre situazioni – continua il soccorritore – mi è capitato di restare bloccato per sei ore nella sala rossa del Policlinico perché c’era il sospetto che la paziente che che trasportavo avesse la meningite. Al Giovanni XXIII non mi è mai successo in 14 anni di mestiere”. Della questione pare si stia interessando anche il personale della Centrale Operativa del 118. Nella catena delle procedure sicuramente qualcosa è andatao storto.

“Non ne avessero parlato i giornali – spiega l’addetto del servizio di emergenza urgenza – io non saprei ancora nulla. E lasci stare il fatto che non appena appreso della vicenda sono corso in farmacia ad acquistare il Ciproxin 500”. Ecco qui il controsenso. Sono stati sottoposti a profilassi coloro che sono entrati in stretto contatto con il 17enne, ma nessuno a quanto pare ha sentito il bisogno di avvisare il personale del 118 che ha trasportato in ambulanza il paziente.

Il Servizio Prevenzione della Asl ha provveduto ad allertare le persone che abbiano avuto stretti a che fare col paziente per almeno due ore nei dieci giorni precedenti alla comparsa dei primi sintomi: vomito e febbre, che risalgono a venerdi pomeriggio. La situazione è delicata, perché se l’ospedale non avesse davvero ricordato come da protocollo di allertare i soccorritori sarebbe davvero un fatto grave, qualunque siano gli esiti degli esami.

Il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl, ha spiegato che per contatto stretto s’intende un rapporto prolungato e a poca distanza dal paziente, esattamente come quello avuto con soccorritori del 118. Fatto grave, soprattutto perché quegli stessi soccorritori e quella stessa ambulanza sono stati inviati su altri interventi, senza prima attivarsi per la necessaria profilassi delle persone e sanificazione dei mezzi.

In ogni caso precisiamo che il protocollo non prevede la profilassi per gli altri pazienti trasportati in ambulanza. Intanto, anche grazie alle indicazioni fornite dal 17enne, studente all’Istituto Marconi, la scuola è stata sanificata e sono già stati allertati i compagni, docenti e parenti. I soccorritori della postazione del 118, esattamente come il colleghi direttamente interessati dalla faccenda, sono andati in farmacia a procurarsi il Ciproxin 500 per la profilassi, da farsi entro 48 ore, in attesa di avere comunicazioni ufficiali.