Avrebbe incassato 500mila euro da un imprenditore millantando credito presso il capo dell’ufficio tecnico di Molfetta: con questa accusa il presidente del Bari, Cosimo Giancaspro, rischia il processo a Trani. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 22 marzo.

I fatti risalgono al 2009: secondo l’accusa, Giancaspro, all’epoca commercialista dell’imprenditore Spadavecchia, avrebbe chiesto 500mila euro per sbloccare la pratica di trasformazione dell’Hotel Tritone in un complesso residenziale. Con quella somma avrebbe mediato con l’allora capo dell’ufficio tecnico di Molfetta, Rocco Altomare. La cifra fu effettivamente versata: due tranche, in contanti, da 350mila euro e 150mila euro.

La “mediazione”, però, non ebbe lieto fine. Anzi, sempre secondo l’accusa, Giancaspro avrebbe sollecitato un’ulteriore consulenza per 400mila euro dello studio tecnico del fratello del capo dell’ufficio tecnico, Donato Altomare, sempre per sbloccare la stessa pratica.

Il presidente del Bari, sentito dai magistrati, ha respinto ogni accusa. In qualunque caso, non ci sarebbero ricadute per il Fc Bari: l’accusa contestata a Giancaspro, infatti, è personale e riguarda una vicenda extracalcistica del 2009. “È una vicenda vecchia quasi dieci anni – ha detto Giancaspro – risponderemo con i nostri legali. Non c’è niente da aggiungere”.