Otto collaboratori scolastici saranno risarciti perché hanno subito per anni l’abuso nella reiterazione dei contratti a termine. Lo ha stabilito con una sentenza il tribunale di Bari.

Il giudice del lavoro, in particolare, ha stabilito che i lavoratori in questione vanno risarciti con 8,5 mensilità stipendiali lorde a testa, il che vuol dire circa 20.000 euro a testa oltre interessi.

I soggetti interessanti, che fanno parte del personale Ata, sarebbero rimasti esclusi dalle operazioni delle immissioni in ruolo pur avendo maturato il diritto all’assunzione a tempo indeterminato. Queste persone hanno quindi continuato a subire per anni l’abuso nella reiterazione dei contratti a termine.

L’intera vicenda è stata promossa e sostenuta dal movimento Noi con Salvini Puglia: “Si tratta della prima sentenza in tal senso – avverte Rossano Sasso, coordinatore regionale del gruppo – e crea un precedente giurisprudenziale che rischia, in caso di soccombenza da parte del governo e del ministero dell’istruzione, di produrre una catena di ricorsi”.

“Questi lavoratori – conclude Sasso – non sono figli di un dio minore ed hanno gli stessi diritti dei docenti, anch’essi penalizzati da questo governo ma i cui diritti erano già stati riconosciuti dai giudici”.