“Secondo me al politico questa cosa è costata almeno 100mila euro”. Il verbale dell’interrogatorio di Michele Di Cosola, figlio dello storico capo del tristemente noto clan barese, è una vera “bomba”, almeno per Natale Mariella, candidato poi non eletto alle regionali 2015 con i Popolari a sostegno di Michele Emiliano e indagato, in un altro fascicolo, con gli esponenti del clan, accusati questi ultimi di voto di scambio e coercizione elettorale.

Michele Di Cosola, diventato collaboratore di giustizia, chiarisce durante l’interrogatorio di non aver mai incontrato Mariella, bensì un assistente poi identificato dagli inquirenti nella persona di Armando Giove, anche lui indagato come il candidato. Di Cosola ha comunque ricostruito il meccanismo: “Ogni voto veniva paga sui 50-60 euro dal politico e 15-20 euro all’elettore. Ognuno di noi dopo le votazioni ha avuto 4-5mila euro”.