Alessandro Leopardi, 38enne di Valenzano, fu ucciso a ottobre del 2014. Il suo corpo venne carbonizzato e fatto a pezzi, prima della scoperta avvenuta a quattro giorni dalla sua scomparsa.

Accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere è il suocero, il 68enne Rocco Lagioia, in carcere dal 14 novembre 2014. Così come riportato da un’agenzia ANSA, durante il processo in corso dinanzi alla Corte di Assise di Bari, i giudici hanno disposto l’esumazione di parte dei frammenti per ripetere l’esame del DNA.

È stata così accolta un’eccezione dei difensori dell’imputato, gli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Massimo Leccese, e la Corte ha nominato un perito, l’antropologa forense di Milano Annalisa Cappella. Quest’ultima nei prossimi giorni effettuerà gli accertamenti necessari a stabilire se uno di quei frammenti ossei, l’unico trovato distante dagli altri resti e non carbonizzato, appartenga a Leopardi e come sia finito in un altro terreno.