Su di lui solo un piccolo precedente per ricettazione, una condanna mai passata in definitivo, per il resto era immacolata la fedina penale di Antonio Blasi, il cameriere 33enne del Libertà, ammazzato in via Bruno Buozzi lo scorso sabato. Eppure ci sarebbe qualcosa nel passato dell’uomo che non convince gli investigatori.

L’uomo era stato vittima di un pestaggio, qualche guiorno prima di venire ammazzato. Una punizione corporale subita da ignoti e per non si sa ancora quale motivo. Blasi, tuttavia, era stato più volte visto in compagnia di esponenti del traffico di droga nel quartiere Libertà e, pur non avendo precedenti di sorta, si sta indagando ora nell’ambito del traffico di stupefacenti.

Intanto, si cerca di far chiarezza sulle dinamiche dell’omicidio. La vittima è stata raggiunta da tre colpi di revolver ad addome, braccio e ventre, ma ne sono stati esplosi almeno cinque, mentre si trovava nel complesso di case popolari di via Bruno Buozzi. Gli investigatori della squadra Mobile della Polizia devono cercare ora di fare i conti con l’omertà delle persone trovate che, all’arrivo degli agenti erano sul posto ma non hanno visto né sentito nulla, e le immagini frammentarie delle videocamere di sorveglianza nel quartiere.