“Il fratello di Maniero mi teneva la testa bloccata mentre continuava ad accanirsi, prendendomi a pugni in testa con inaudita violenza. Mi creda, ho creduto di morire”. Il racconto di Silvio Sisto senior, il padre dell’omonimo “bomber” barese, lascia senza parole.

Ciò che è succeso ieri in tribuna ovest, tra Silvio Sisto e suo padre da una parte e i familiari dell’attaccante biancorosso Riccardo Maniero dall’altra, ha dell’incredibile. A scatenare il putiferio, giura il commerciante 70enne, è stata una frase qualunque detta da mio figlio, di quelle che si dicono spesso quando un giocatore sbaglia un gol: “È proprio un bidone”.

Nessuno dei due Sisto si è accorto, però, che accanto a loro erano seduti i familiari del giocatore, che abita al quarto piano dello stesso palazzo in cui vive la famiglia Sisto. “I posti delle nostre auto – dice Silvio sr. – sono uno accanto all’altro”. Dalle parole – secondo il racconto parziale che ci viene fatto – il fratello di Maniero avrebbe avuto un faccia a faccia con Sisto jr. Il padre di quest’ultimo si è subito messo in mezzo per dividere i contendenti.

“Temevo la reazione di mio figlio – racconta il genitore – volevo separarli e invece mi sono ritrovato a terra, bloccato e preso a pugni in testa dal ragazzo. Non la smetteva, ho creduto di morire. A quel punto il padre di Maniero si è avvicinato a Silvio e gli ha dato tre schiaffi in faccia. La mamma del giocatore, invece, è caduta sbattendo la faccia al seggiolino nel tentativo di scagliarsi contro di me. Sono dispiaciuto, ma poteva andare decisamente molto peggio”. Il 70enne, infatti, è cardiopatico.

“Mio padre era molto amico dell’ex segretario del Bari, Nitti – racconta Sisto sr.- frequento lo stadio fin da piccolo e in tutto questo tempo non avevo mai visto niente di simile. Ho vuto paura”. I segni delle botte si fanno sentire anche la mattina dopo. “Ho un gran mal di testa, uno stato d’ansia che non le dico e tachicardia – continua – certe esperienze non le dimentichi. Sono disposto a chiarire quanto successo, ma deve venire fuori tutta la verità. Le vittime in questa storia siamo noi”.

Fin dal primo momento sul posto sono intervenuti Polizia e Carabinieri. Pare non sia stata formalizzata alcuna denucia, ma a poliziotti e militari sono stati fatti racconti dettagliati da entrambe le parti in causa e da alcuni testimoni. Ovviamente restiamo a disposizione della famiglia Maniero, qualora volesse raccontare la propri versione dei fatti.