Mentre sulla statale 96 le auto sfrecciano a tutta velocità, sul cavalcavia pedonale del quartiere Porto Torres a Modugno sta per consumarsi una tragedia. Michele – lo chiameremo così – è un omone di 40 anni che ha deciso di farla finita. Sono le 3 di domenica pomeriggio e l’uomo, in piedi sul parapetto, continua a ripetere di volersi buttare giù, mentre la compagna che lo ha lasciato e il figlio di quest’ultima tentano di convincerlo a ripensarci.

Sul posto, chiamati dalla donna, arrivano due appuntati del nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Modugno, comandati dal capitano Antonio Citarella. La situazione è delicata perché Michele sembra fermamente convinto a portare a termine il suo folle gesto.

Uno dei militari prova ad attirare l’attenzione dell’uomo mentre l’altro, con molta calma, lo bracca alle spalle. È questione di attimi, la mole di Michele è tale da rischiare di far precipitare anche il carabiniere. A quel punto, il collega afferra per il cinturone l’altro appuntato e insieme riescono a mettere in sicurezza Michele.

Gli offrono dell’acqua, provano a calmarlo, a capire le ragioni del gesto, ma l’uomo prega i carabinieri di lasciarlo perdere. Michele è a terra, immobilizzato da uno dei due militari, mentre l’altro chiama i soccorsi. La tensione è alta.

In attesa del 118, l’appuntato che tiene Michele ha l’idea che forse ha realmente salvato al 40enne di Modugno: attacca le manette alla griglia di protezione del cavalcavia. Decisione estemporanea e fondamentale, quando in preda al raptus, Michele prova a rialzarsi e a gettarsi nuovamente nel vuoto.

I militari non perdono mai la calma, provano a tranquillizzarlo, nonostante siano stati costretti ad ammanettarlo. Una situazione surreale. Michele continua a ripetere ai carabinieri di occuparsi dei loro compiti, ma il militare che parla con lui lo rassicura: «Non preoccuparti, il nostro compito è quello di stare al fianco delle persone in difficoltà, come te»

Arrivano i soccorsi e Michele viene portato prima all’ospedale San Paolo, poi presso il reparto di psichiatria del Fallacara di Triggiano. Il video allegato a questo articolo è la testimonianza del lavoro prezioso ma lontano dai riflettori delle Forze dell’Ordine. A Michele, invece, auguriamo di superare questo momento di difficoltà.