Dopo che Franco e Saverio, i due storici parcheggiatori abusivi dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, sono stati forse definitivamente allontanati, ci siamo spostati al Di Venere di Carbonara, ma il discorso è identico al San Paolo o nelle vicinanze della clinica Mater Dei.

Ala nostra vista il più giovane dei tre abusivi scappa. Nella divisione dei parcheggi a lui spetta la parte sinistra, entrando dal lato di via Trisorio Liuzzi. Fuma e non ha apparentemente problemi di salute in considerazione dello scatto alla vista della telecamera. Potrà avere una trentina d’anni, forse meno. Chiede il “caffè” come chi sta a destra dell’ingresso, pronto a negare l’evidenza e ad alzare alla chetichella i tacchi per evitare complicazioni.

Certo, se non hai problemi di sopravvivenza non ti metti a fare l’abusivo nel parcheggio di un ospedale. Il più disperato sembra l’ultimo del terzetto, quello che presidia la zona di sosta comune all’area mercatale. L’uomo, visibilmente provato, si alza subio la maglietta per mostrarci alcune cicatrici. Il segno degli interventi chirurgici a cui è stato sottoposto. Dice di avere un tumore al polmone e problemi di respirazione. Sempre stando al suo racconto, è invalido al centro per cento, ma sta li da anni per procurarsi qualche guadagno extra. I soldi nelle sue condizioni non bastano mai. Nessuna alternativa, allora si vive di espedienti. Qualche verbale lo hanno preso anche loro, ma importa poco perché tanto non lo pagheranno mai. Il vero dramma è quando gli agenti della Municipale gli svuotano le tasche tintinnanti con l’incasso di una giornata andata sotto la buona stella.

Sì, perché per un automobilista che ammette di non aver mai dato un caffé, ce ne sono almeno dieci che quella tazzina la riempiono poco alla volta, spicciolo dopo spicciolo. Gli abusivi giocano sui grandi numeri. C’è sempre chi cede alla “estorsione”, mosso da compassione, ma soprattutto dal terrore di subire danni all’auto. E da quel parcheggio, poi, di auto ne sono sparite tante. La piaga dell’abusivismo ai parcheggi è un po’ come la prostituzione. Fino a quando ci saranno donatori e clienti non potranno mai essere debellate. Facciamocene una ragione oppure troviamo un modo più efficace per aiutare chi è difficoltà e pensa di cavarsela in quel modo.