Due anni e mezzo, ma con una forza e una voglia di vivere incredibili. La storia del piccolo Elio Caringella è la prova di quanto anche nel peggiore dei drammi si possa continuare a sperare, per chi crede ad avere fede. Elio è nato con un’insufficienza renale di base. Appena sei mesi dopo, all’età dello svezzamento, Elio inizia a fare la dialisi a casa sua, tutte le notti.

Alti e bassi, fino a quando la sua situazione preicipita di colpo. È il 17 aprile scorso. Elio ha un attacco cardiaco. Il tempo si ferma. La corsa in ospedale. Quando arriva al pronto soccorso del Giovanni XXIII di Bari, è praticamente morto. Non staremmo a raccontarvi la sua storia se i medici dell’ospedaletto non fossero riusciti a rianimarlo. Elio sopravvive, ma entra in uno stato comatoso.

“È stato drammatico, non riesco neppure a descrivere ciò che si prova, giorno dopo giorno – spiega mamma Pamela – senza l’intervento dei medici della Rianimazione lo avrei perso e non smetterò mai di ringraziarli, a cominciare dal primario del reparto, il dottor Leonardo Milella e poi Mario Giordano, Enza Carbone, Giuliana Loizzo, Marida Martino, Luisa Santangelo e tutti gli infermieri”.

Elio ha dimostrato e sta dimostrando a chiunque cosa voglia dire restare aggrappati alla vita, non mollare fino a quando esiste anche solo una possibilità di sopravvivere. Non si sa se il piccolo, di Adelfia, figlio unico di Pamela e Giovanni, due genitori di 32 e 35 anni, potrà tornare a giocare a palla o a guardare i Paw Patrol, il suo cartone animato preferito.

Mentre scriviamo Elio è in viaggio per Roma, in un’ambulanza adatta per la rianimazione, accompagnato con i dottori Milella e Giordano e un infermiere. È diretto al reparto di Nefrologia dell’ospdale Bambino Gesù, poi, in considerazione di come andranno le cose, il trasferimento la possibilità del trasferimento presso la Neuroriabilitazione pediatrica di Palidoro.

Da un anno Elio è in lista d’attesa per il trapianto, chissà non si riesca a raccontare presto un’incredibile storia a lieto fine. Intanto vi raccontiamo questa pagina di vita e di buona sanità, anche a Bari, anche all’ospedale Giovanni XXIII. Siamo sempre più convinti che a fare la differenza siano le persone non le strutture. In bocca al lupo Elio, preghiamo tutti per te.