“Ti voglio bene, anche se mi hai quasi ucciso”. A parlare è Luigi Passiatore, il bracciante agricolo di 48 anni, pestato a sangue ieri pomeriggio a Polignano a Mare da cinque persone. L’uomo, preso a calci e pugni, era stato lasciato esanime in una pozza di sangue poco distante da casa sua.

“Ho riconosciuto chi mi ha sferrato il primo calcio allo stomaco, quello che mi ha fatto stramazzare al suolo – racconta Passiatore – a quel punto sono stato raggiunto da altre quattro persone. Ho preso tante di quelle botte, da non ricordare più nulla. Ho perso i sensi, mi hanno ricucito il sopracciglio, un braccio e il mento. Sono vivo per miracolo”.

Chi ha picchiato voleva fare male, probabilmente non voleva uccidere, ma certamente lasciare un segno indelebile, tanto sul corpo quanto nello spirito del bracciante agricolo. Tra chi ha picchiato duro – stando a quanto sostiene Passiatore – ci sarebbe anche una sua cara amica, una ragazza di 24 anni, che la vittima nei mesi scorsi avrebbe aiutato in più occasioni, anche economicamente. Alla base del folle pestaggio, quindi, ci sarebbero motivi passionali.

“Non so che idea s’è fatta la ragazza, tra l’altro appartenente a una famiglia per bene – precisa Passiatore – Non potrei mai aver voluto avere una relazione con lei, che potrebbe essere mia figlia. Nonostante tutto le voglio ancora bene, è una persona molto importante nella mia vita”. I segni delle botte sono evidenti. “Non so ancora se sporgerò denuncia – conclude il bracciante agricolo – ma è giusto che venga fatta chiarezza su questo episodio di violenza gratuita. È stata una mazzata troppo forte, adesso devo curarmi le ferite e guardare avanti”.