Un tempo apparteneva alla famiglia del deceduto boss Alfredo Fiore, poi venne sottoposta all’amministrazione giudiziaria da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari in seguito alle indagini patrimoniali svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo, adesso la “Caffetteria Mirador” viene restituita alla città di Molfetta.

Il bar “Mirador”, del 51enne boss di Molfetta Alfredo Fiore ucciso il 13 marzo 2014 davanti alla sua bancarella di frutta e verdura, venne sequestrato dai finanzieri del GICO del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari il 15 aprile del 2015, in esecuzione del provvedimento disposto dal Tribunale per le misure di prevenzione di Bari. Si trattò del primo caso in cui la misura di prevenzione patrimoniale venne attuata per un procedimento il cui intestatario dei beni
era già deceduto. Il provvedimento fu disposto nei confronti degli eredi, così come previsto del Codice antimafia.

Bar garantire la continuità dell’attività, l’amministratore giudiziario, previa autorizzazione Tribunale, ha affidato ad una nuova gestione la caffetteria, con la formula del contratto di affitto aziendale previsto dall’art. 48 del Codice Antimafia. Proprio nello spirito della normativa antimafia, l’attività economica un tempo in mano alla malavita viene ora affidata ad una gestione nuova e legale, per favorire le iniziative imprenditoriali rendendo così produttivi i beni sequestrati e assicurando nuovi posti di lavoro, ancor prima della confisca
definitiva, a tutela sia dei terzi intestatari che dello Stato.