Nell’ambito di indagini disposte dalla Procura della Repubblica di Bari, la Sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato ha operato il sequestro dell’impianto, in particolare dei lotti, sui quali a seguito di provvedimenti emergenziali in questi anni hanno continuato ad affluire i rifiuti solidi urbani da parecchi comuni del circondario barese, con la tecnica dei successivi sopralzi.

Il sito confina con quello che in futuro potrebbe vedere la realizzazione di una annessa discarica di servizio e soccorso, cui si accede al momento dalla strada vicinale, sulla quale il transito è interrotto da una ordinanza sindacale, a causa del pericolo di crollo determinato dai lavori di scavo sul ciglio di scarpata della nuova discarica.

Le ipotesi di reato, scaturite dalla nuova Legge sui delitti contro l’ambiente L. 22/5/2015 nr. 68, sono al momento limitate alla fattispecie dell’art. 452 bis c.p. (inquinamento ambientale) a motivo di anomalie riscontrate nella gestione dei percolati che potrebbero aver interessato la falda idrica, attraverso punti di dispersione nel sottosuolo.

La zona di San Pietro Pago non è nuova a queste problematiche, sconta infatti decenni di accumuli di rifiuti in cave trasformate in passato, in discariche di rifiuti di ogni tipo, tra cui fanghi industriali e scorie siderurgiche; da cui è derivata una evidente compromissione dell’ambiente e del paesaggio che nonostante tutto conserva ancora la Chiesetta rurale di S.Pietro che dà il nome ai luoghi, come testimonianza della bellezza sacra ed antica di quelle terre.