A seguito di lunghe e laboriose indagini effettuate su delega del Sostituto Procuratore della Repubblica Marco D’Agostino, la sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato ha dato esecuzione, in data 19.05.2016, all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di M.A.V., di anni 41, residente a Bari, emessa dal G.I.P. Sergio Di Paola.

L’indagata, qualificandosi falsamente come avvocato sebbene iscritta al corso di laurea in Giurisprudenza, ma senza avevr neppure sostenuto gli esami, prometteva alle proprie vittime di fornire tutela legale in materia civile e penale, anche fuori giurisdizione, soprattutto, in controversie legate a finanziamenti divenuti, per gli stessi, di difficile onorabilità.

Simulando situazioni inesistenti e formando atti giuridici contraffatti, già i primi casi accertati confermavano che M.A.V. dimostrasse una elevata capacità ingannatoria e di persuasione, in genere nei confronti di persone sprovvedute ed in estremo stato di bisogno, costrette a darle fiducia nel timore, da lei stessa ingenerato, di danni economici maggiori.

Nelle perquisizioni eseguite nel suo domicilio sono stati sequestrati documenti riconducibili agli ignari assistiti, nonché materiale informatico con cui elaborava atti contraffatti, quali raccomandate di riscontro a quelle a sua stessa firma, transazioni, sentenze, ecc.

Per realizzare i suoi scopi, M.A.V. riceveva i malcapitati presso la propria abitazione, per guadagnarsi la fiducia; mostrava una parvenza di professionalità aiutata da una scrivania professionale, consultazione di codici ecc., incuteva timori immaginari; pretendeva continuamente somme di denaro contante, senza mai rilasciare ricevute; predisponeva atti falsi in base alle singole situazioni; fingeva all’occorrenza di collaborare con la Fondazione Antiusura; illudeva le vittime. di aver risolto le loro vicissitudini finanziarie; ecc.

Nonostante tutto, però, M.A.V. continuava nell’illecita attività spinta sempre e soltanto dalla ricerca di guadagni facili a discapito delle sue vittime, dimostrandosi di pervicace indole a delinquere.

Non mancava neppure di intralciare le investigazioni, giungendo tra l’altro a suggerire alle vittime dì non presentarsi alle convocazioni della Polizia adducendo false malattie, nel tentativo di compromettere la genuina acquisizione delle prove.