Per la prima volta dopo la tragedia che gli ha portato via Davide, un ragazzo di 23 anni senza grilli per la testa, Gianni e Maria Antonietta D’Accolti parlano di quel maledetto sabato sera di due mesi fa e della loro solitudine. Nessun rappresentante delle istituzioni si è mai fatto avanti, neppure per sapere se avessero avuto bisogno di un’assistenza psicologica. Solo solidarietà personale da parte di gente comune e professionisti colpiti dal loro dramma.

Rabbia e dolore si mescolano all’indomani delle prime notizie ufficiali relative all’inchiesta e al nome del 30enne di Noicattaro, Giovanni Palumbo, iscritto nel registro degli indagati. Davide, studente di ingegneria e al Conservatorio di Bari, amante della natura e restauratore di Armonium (organi del 1800), è stato travolto dall’auto guidata dal 30enne, che per circa 20 chilometri ha proceduto contromano sulla trafficatissima statale 16.

Un’intervista intensa, dal grande impatto emotivo. “Non siate indifferenti ai problemi dei vostri figli, solo per salvaguardare il buon nome della famiglia – avverte papà Gianni – Fermateli nel caso doveste accorgervi che qualcosa non va. Qualora si scoprisse che il conducente fosse realmente sotto l’effetto di stupefacenti o alcol, l’unico modo per perdornarlo, sarebbe quello di sapere da chi si è rifornito. Sapere che c’è da parte sua la voglia di convertirsi. Senza il nostro aiuto i ragazzi non avranno scampo”.

Solo chi ha perso un figlio può capire cosa significhi sopravvivere a una tragedia simile. E poi le domande che non ti fanno dormire la notte. “Quanti controlli vengono fatti per evitare tragedie come quella accaduta a mio figlio? – si chiede Gianni D’Accolti -. Mio figlio è stato vittima del business del sabato sera? Lui che con quel mondo non è mai c’entrato niente”. Domande alle quali i genitori di Davide vorrebbero risposte certe, così come risposte chiare e giustizia vorrebbero dal processo.

Sabato prossimo, con la Santa Messa alle 19.30 e il concerto nella Cattedrale di Polignano a Mare, inizia la lunga strada della memoria. Davide D’Accolti, aveva solo 23 anni. È morto perché qualcuno, probabilmente non in sè, ha percorso 20 chilometri contromano su una strada statale.