“Mio figlio è stato ammazzato per invidia e siamo certi sia stato Giosuè Ruotolo. Lui e la findanzata hanno menti diaboliche. Non possiamo perdonarli”. Francesco ed Eleonora Ragone, padre e madre di Trifone, il ragazzo di Adelfia assassinato a Pordenone insieme alla findanzata Teresa Costanza il 17 marzo del 2015, non hanno dubbi sulla ricostruzione fatta dall’accusa.

Il caso cintinua a fornire colpi di scena continui, come quello relativo agli sms deliranti mandati da Rosaria Patrone al fidanzato Giosuè Ruotolo, probabilmente per mettere in piedi un altro depistaggio e giustificare la presenza del finto profilo Facebook utilizzato per tormentare Teresa. “La morte di Trifone e Teresa non deve essere vana. Ci vogliono pene esemplari. Ormai siamo una famiglia dilaniata”, rilancia mamma Eleonora. Un duplice omicidio dai risvolti inquietanti. Il dolore per la scomparsa di Trifone è ancora troppo vivo, alimentato continuamente dalle notizie di cronaca.

I familiari di Trifone non riscono ancora a farsene una ragione. “Non si può essere traditi in questo modo da un amico, da chi ha portato la tua bara e ha dormito nel tuo stesso letto”, dice Francesco, il papà, che poi torna sulla questione degli sms deliranti di Rosaria. “Le vengono attribuite almeno cinque relazioni, compresa quella con l’essere – spiega il genitore -. Una ragazza di 23 anni in grado di fare questo, di cos’altro può essere capace?”

Abbiamo incontrato mamma Eleonora, papà Francesco e nonna Giovanna dopo la loro partecipazione alla trasmissione televisiva “Pomeriggio 5”. Una lunga intervista in cui i Ragone raccontano il proprio punto di vista sul duplice delitto. “I nostri figlio sono dei martiri, invoco l’intervento del Papa – conclude la mamma di Trifone -. Mio figlio era un militare, un bravo ragazzo, non permettetevi di infangare il suo nome. Auguro tutto il bene a Ruotolo, perché voglio vederlo marcire in galera finché sarò in vita”.