Cento pagine che attestano tutti gli sprechi, chiamiamoli così, delle Ferrovie Sud Est. Nero su bianco, il commissario Andrea Viero ha certificato al Ministero del Trasporti quanto avvenuto in questi anni di “mala gestio”. E la reazione del Ministero non si è fatta attendere, tanto è vero che le 100 pagine dello scandalo sono già state pubblicate.

C’è n’è per tutti i gusti. Volete sapere perché il servizio fa così schifo? Semplice, alla voce “manutenzione” si legge 42 milioni di euro, contro i 73 spesi in contenziosi e spese legali. Così, per dire. E dei 24 milioni di euro spesi per il programma Eead, spalmati in 20 anni? Un software è già tanto se ne dura un paio, ma diciamo pure quattro o cinque a essere buoni, figuriamoci 20. La gestione dell’archivio è costata oltre 5 milioni di euro, un servizio affidato a tre persone, casualmente marito, moglie e figlio, una famiglia specializzata evidentemente. Ma non è il solo caso di competenze “concentrate”. Per la gestione dei sistemi informativi, infatti, la FSE ha fatto ricorso a tre società esterne, totale della spesa 30 milioni. Peccato che le tre società in questione risultino amministrate dalla stessa persona.

A leggere la relazione del commissario c’è da farsi venire il fegato amaro, specie se si viaggia con le Sud Est, costretti in vagoni penosi, nonostante i nuovissimi treni Stadler pagati oltre 5 milioni di euro rimasti praticamente inutilizzati.

A capo di tutto, per 23 anni, l’ex amministratore unico defenestrato dal Governo Luigi Fiorillo. Impossibile per il commissario ricostruire quanto abbia percepito Fiorillo dall’azienda, i bilanci, scrive Andrea Viero, sono «opachi e per nulla trasparenti». Solo tra il 2004 e il 2015, l’ex amministratore si è portato a casa oltre 13 milioni di euro. Matteo Renzi ha scritto su Twitter: «Sulla vicenda squallida di Ferrovie Sud Est andremo fino in fondo. Abbiamo commissariato. E faremo pulizia totale». Intanto, però, il danno è fatto.