Un anno e otto mesi è il tempo di attesa per una visita ortopedica. Non una visita qualunque, ma a una bambina di un anno e mezzo. I genitori hanno iniziato a preoccuparsi guardando la piccola muovere i suoi passi, e hanno notato che un piede tendeva molto verso l’interno. Il pediatra di famiglia, senza perdere tempo, ha invitato i genitori a sottoporre la figlia a una visita specialistica non in una struttura qualunque, ma all’ospedale Giovanni XXIII di Bari.
Qui parte la solita trafila. Dato che l’Ospedaletto dipende dal Policlinico, la famiglia si è recata al CUP per prenotare la visita. Certo, sapevano che la bambina non sarebbe stata visitata il giorno seguente, ma mai avrebbero immaginato di dover incontrare il medico un anno e otto mesi dopo. Sì, perché la lista d’attesa era talmente lunga che avrebbero dovuto attendere il 6 novembre del 2017 prima di far vedere la piccola.
Ora, i tempi sono così larghi perché, almeno secondo la logica dei vertici della sanità in Puglia, la “colpa” della famiglia sarebbe stata quella di prenotare la visita facendo esplicita richiesta di andare Giovanni XXIII, non in una qualunque struttura della provincia di Bari. Solo in questa maniera, invece, si vedrebbe notevolmente ridotto il tempo d’attesa. Così, armati di pazienza, i genitori hanno deciso di riprenotare una visita ortopedica “generale”, eliminando la preferenza dell’Ospedaletto, non precludendosi alcuna possibilità. Risultato, appuntamento alla ASL di Palo del Colle per mercoledì 23 marzo 2016, dopodomani.
Un grande risultato, si direbbe. Ma non tutti i casi sono uguali. L’unica certezza dei genitori, in questo specifico contesto, è che a visitare la figlia sarà un ortopedico. Ciò che non sanno, è se si tratti di un medico specialista, che si occupi di questo tipo di problemi, propri dei bambini. Non mettiamo in dubbio che un qualsiasi ortopedico possa dare un parere e risolvere questa situazione (probabilmente non grave), ma è giusto che una famiglia si preoccupi di affidare i propri figli nelle mani dei migliori professionisti. Dato che, a quanto ci dicono, nessuno è stato in grado di dare una risposta in merito, ossia di dire a mamma e papà se il medico della ASL di Palo del Colle fosse, appunto, “specializzato”, i genitori hanno deciso di fare dietrofront ancora una volta. Come spesso capita in queste situazioni, per ottimizzare al massimo i tempi e avere la certezza di conoscere il parere medico, l’unica via è quella privata. Alla modica cifra di 150 euro, la famiglia ha deciso di affidarsi nel breve termine a un dottore specializzato.
Ribadiamo un concetto. La bimba potrebbe non avere nulla di irreparabile, ma il dubbio che una situazione perfettamente risolvibile potesse essere peggiorata dall’attesa di un anno e otto mesi, mette i brividi. Questo solo perché è stato deciso che la sanità in Puglia deve andare così.