Il pubblico ministero Fabio Buquicchio chiese al Giudice per le indagini preliminari di mettere sotto intercettazione anche l’ex commissario straordinario della Fondazione Petruzzelli, Carlo Fuortes. Dall’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto del ragionier Vito Longo e dei quattro imprenditori ripresi a consegnargli presunte mazzette, emerge molto altro. In quelle pagine ci sono elementi che chiamano in causa diversi altri protagonisti della gestione passata e presente del teatro più martoriato d’Italia.

Si scopre, per esempio, che se il sovrintendente Massimo Biscardi non avesse da subito collaborato appieno, non si sarebbero sapute alcune importanti verità. I passaggi interessanti sono diversi, ma ne sottolineamo uno in particolare: È illegittima l’aggiudicazione alla Sama e palesemente errata, in diritto, la nota del Commissario Straordinario del 28.3.2013 con la quale si asserisce che il servizio affidato mediante cottimo fiduciario rientra tra quelli di cui alla categoria 23 dell’allegatoo IIB del Codice dei Contratti Pubblici …, mentre la stessa Amministrazione lo ha qualificato nell’avviso con il codice che indentifica tipologie di servizi per i quali, viceversa, è obbligatoria l’integrale applicazione del Codice dei Contratti Pubblici”.

E ancora “È illegittimo l’avviso predisposto dalla Fondazione nella parte in cui ha fatto ricorso al cottimo fiduciario e non a procedure di evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di custodia e primo inervento delle strutture della Fondazione, considerato che il ricorso al cottimo fiduciario è l’effetto del frazionamento del periodo di durata d’appalto, con conseguente abbassamento sottosoglia degli importi a base di gara”. Tutti i nodi tornano al pettine e allora si spiega perché Carlo Fuortes, responsabile unico di quel procedimento, non volesse consegnare il verbale di aggiudicazione della “gara” alla Commissione Trasparenza del Comune di Bari, che tanto ha insistito per averlo.

Le impronte del commissario a Bari sono tante, fortunatamente profonde e quindi evidenti, soprattutto grazie a chi non si arreso nella strenua ricerca della verità dei fatti. Ci sono diversi documenti inediti, come quelli che pubblichiamo in questo articolo, relativi alle assunzioni triennali fatte da Fuortes. Contengono alcune indicazioni fondamentali. Le prime sentenze del giudice della Sezione Lavoro del Tribunale di Bari, Assunta Napoliello, che ha reintegrato a tempo indeterminato anche i lavoratori che avevano fatto ricorso per un solo mese di lavoro, sono pesanti come macigni.

Fuortes era stato avvisato più volte e da più persone di non fare il passo più lungo della gamba. Lui, dal canto suo, aveva nicchiato, fornendo indicazioni incomplete, probabilmente in modo da non poter accertare i fatti in maniera immediata. Lo aveva riferito a Fuortes il dirigente del Mibac, Enrico Graziano, il 14 giugno del 2012. Rispondendo alla richiesta di assunzioni a tempo indeterminato avanzata dal commissario – pur sapendo delle decine e decine di cause pendenti – Graziano boccia Fuortes senza appello (allegato 1): “La richiesta in oggetto reca pure generica assicurazione in merito alla copertura in bilancio di costi delle assunzioni in esame dal momento che la Fondazione già sostiene detti costi per la sottoscrizione e contrattualizzazione degli artisti del coro e dei professori d’orchestra. I valori dei costi e l’impegno presumibile del Teatro negli esercizi a venire a seguito della eventuale stabilizzazione di tali masse deve perarltro – qui si rimarca – essere meglio specificato”.

In questa stessa lettera compare la sconcertante affermazione dell’allora commissario, l’uomo che ha lasciato in ginocchio il teatro che avrebbe dovuto risanare. “I contenziosi – scrive Fuortes – attualmente in fase dibattimentale, appaiono di dubbia fondatezza“. Altro che dubbia fondatezza. Quello fu l’anno in cui l’ex presidente della Regione Nichi Vendola, tesseva le lodi del commissario e della sua straordinaria operazione, mai riuscita prima a nessun altro, di chiudere il bilancio con 64mila euro di avanzo. Un bilancio fatto senza i conti con l’oste, così come quelli a venire, senza avere abbastanza soldi.

“Sembra, a tale ultimo riguardo (i contenziosi in atto ndr.) – tuona Grazianoche la definizione del contenzioso con i titolari di contratti a tempo determinato – il cui numero, non specificato nella richiesta, si presume elevato in relazione alla intervenuta copertura delle numerose professionalità artistiche del Teatro – sia altamente aleatoria, avuto a riguardo anche all’esito non favorevole per le fondazioni lirico-sinfoniche di consimili ricorsi”. Come detto già allora, poi, anche il sindaco di Bari e presidente della Fondazione dei tempi, Michele Emiliano, il 21 dicembre (allegato 2) – giorno prima della stipula dei contratti triennali – invitava Fuortes a fare scelte nei limiti del periodo del suo commissariamento.

Emiliano, evidentemente conosceva la nota del 15 marzo 2010 del Dipartimento dello Spettacolo dal Vivo del Mibac (allegato 3). Nel corso degli anni, prima con la legge Bondi, poi con quella Bray e infine col Decreto del Fare, il Governo ha provato a mettere un bavaglio alla legalità. Bavaglio strappato dalla Corte Costituzionale a novembre del 2015, giudicando anticostituzionali alcune delle porcherie contenute in quelle leggi.

Se si vuole veramente bene al Petruzzelli e lo si vuole ripulire in maniera definitiva, fossimo il sovrintendente Biscardi, il presidente Carofiglio e il Consiglio di Indirizzo al gran completo, avvieremmo un’azione di responsabilità, dalla quale emergano in maniera inequivocabile i colpevoli di una gestione dissennata in cui sono stati fatti male persino i contratti di lavoro a tempo determinato. Fuortes, il ragionier Vito Longo e il responsabile del personale, Daniela Tedesco, che ruolo hanno avuto nella vicenda dei contratti e delle assunzioni, che ora rischia di mandare gambe all’aria la Fondazione? E siccome la responsabilità è anche di quei pasticcioni che hanno pensato di fare carne da macello del Petruzzelli e della Cultura più in generale, al posto dei vertici della Fondazione chiederemmo subito un vertice straordinario per trovare una soluzione al pasticcio. Non si creda di far riscuscitare ancora una volta il Petruzzelli con i soldi di tutti. I documenti sono tanti, come ancora tante sono le cose che possono essere pescate nella melma del Petruzzelli, sempre si abbia realmente voglia di dare la caccia ai pesci grossi.