Un consulente del lavoro dopo dieci anni fa le scarpe al suo assistito, un imprenditore rimasto col culo per terra proprio a causa dello sgambetto e poi denunce, documenti apparentemente inequivocabili che vengono ignorati e una colpevole distrazione da parte di chi dovrebbe vigilare sulla faccenda. Il consulente del lavoro, detta in breve, decide di mettersi in affari nello stesso ramo in cui opera il suo assistito: i servizi alla persona. Gli ingredienti per servire l’ennesimo ciambotto in salsa barese ci sono tutti. A essere chiamata in causa è la gestione commissariale dell’ASP Romanelli Palmieri di Monopoli e ASP Vittorio Emanuele II, in via Napoli a Bari. Quest’ultima facente parte del circuito ASP Terra di Bari della Regione Puglia.

La storia parte da Monopoli – siamo a settembre del 2013 – con l’aggiudicazione della gara per la gestione della casa di riposo alla Cooperativa San Bernardo. Per ogni ospite della casa, l’appaltatore assicura all’appaltante 1.550 euro l’anno. Solo pochi mesi dopo, a novembre, la cooperativa si accorge di aver fatto i conti coi piedi e getta la spugna. Non guadagna abbastanza per portare avanti la baracca. Dopo un’altra gara subentra un’associazione temporanea di imprese composta da Cooperativa Sirio, Occupazione e Solidarietà e Dea Service. Si va avanti fino ad aprile 2014, ma anche in questo caso l’appaltatore non sta nei conti e così rinuncia all’affidamento.

Da qui in poi, stando alle carte in nostro possesso: visure camerali, capitolati di gara, contratti, deleghe e altre scartoffie, la faccenda diventa a tinte fosche. Dal primo maggio, festa dei lavoratori e di alcuni imprenditori, entra in scena la Cooperativa Progetto Vita, quella in qualche modo riconducibile al consulente del lavoro, di Modugno, che ha fatto le scarpe al suo assistito. L’accordo tra la cooperativa e l’ente avviene grazie alla sottoscrizione mediante affidamento diretto, di un contratto di social management. Progetto Vita, cosa strana, da una visura camerale fatta i primi di gennaio del 2015 risulta inattiva al momento della stipula del contratto e inattiva resterà fino al 19 maggio del 2014. Con quale esperienza – espressamente richiesta dalla legge – può quindi assicurare la gestione della struttura?

Non solo, la rata annuale da assicurare all’appaltante scende clamorosamente da 1.550 euro a 244 euro,  senza alcun deliberato da parte del commissario straordinario. L’esperienza richiesta dal bando, Progetto Vita se la sta facendo sul campo, continuando a gestire la casa di riposo. Contrariamente a quanto previsto dalla gara, la cooperativa sempre per la logica del “contenimento dei costi”, facendo una pressione psicologica, ha pure cambiato la tipologia dei contratti agli operatori, risparmiando ulteriormente sulle retribuzioni e sulle contribuzioni dei lavoratori che aveva l’obbligo di assorbire nel passaggio di consegne tra una cooperativa e l’altra. Quest’ultimo aspetto ha ovviamente scatenato le ire dei sindacati. Entrambe le strutture, di Bari e Monopoli, sono amministrate da Francesco Filippo Michele Chiumeo in qualità di direttore generale e dal commissario straordinario Marco Preverin (tesoriere del PD barese, impegnanto a difendersi per altre contestazioni).

Spostiamoci da Monopoli all’ASP Vittorio Emanuele II di Bari, che da poco ha assegnato la gestione di tutti servizi alla persona tramite un bando di gara, provate a indovinate a chi? Progetto Vita. L’esposto di Asso-Consum (associazione a tutela dei diritti dei consumatori) agli organi competenti, aveva portato alla luce l’incongruità degli elevati costi di gestione rispetto agli introiti. Come farà ora la cooperativa a portare avanti la gestione? Toccherà le tasche dei lavoratori? Ridurrà la retta annuale che deve versare nelle casse dell’ASP come fatto per Monopoli? Staremo a vedere.

Asso-Consum nello stesso esposto, denunciava sempre agli organi di sorveglianza le presunte violazioni rilevate in merito alla faccenda. Più precisamente, riassumendo la questine, scriveva: Progetto Vita è stata costituita il 21 ottobre del 2013, quindi non può avere l’esperienza per partecipare al bando di gara, così come previsto dalle norme per appalti con una gestione triennale; inizia l’attività il 19 maggio del 2014, successivamente alla stipula del contratto, stesso giorno in cui risulta iscritta all’albo regionale delle cooperative sociali (al numero 1043); l’irregolarità del DURC, essendo la società inattiva al momento del contratto; il netto contrasto tra quanto corrisposto a posto letto per ospite e quanto deliberato dallo stesso commissario dell’ente. Il contratto, poi, è stato stipulato da soggetto con delega, diverso dal rappresentante legale, in assenza della conformità garantita da un notaio. Questa, per ora, e solo per ora, è il racconto di una storia che andrebbe certamente chiarita.

Restiamo come sempre a disposizione di chiunque volesse fare precisazioni in merito alla questione, fornendoci i necessari documenti.