Prima la lettera esplosiva fatta recapitare a metà agosto all’agenzia Jadrolinija Lorusso Ventouries Ferries, aperta dal titolare stesso rimasto solo ustionato alle mani, poi quelle recapitate ad altre due agenzie, la Morfini di Molfetta e la Asco S.r.l. di Bari. Secondo la Digos, dietro tutti gli attentati ci sarebbe lo stesso mandante. L’unica cosa certe è la provenienza: Torino.

Altre due buste sono state spedite: una a un’agenzia di Torino: fortunatamente l’innesco rudimentale ha fallito il suo lavoro e l’impiegata che ha aperto la busta è rimasta illesa; un’altra busta, indirizzata a un’azienda pugliese operante con il Cie, è stata intercettata al centro meccanografico postale di Bologna.

Le tre società, secondo quanto riportato in un documento degli anarchici intitolato “I cieli bruciano”, sarebbero colpevoli di essere fornitori per lo Stato dei Cie, i cinque centri per l’immigrazione sparsi per l’Italia.

La teoria trova riscontro da diversi particolari. Prima di tutto, la fattura delle lettere esplosive, identiche nella fabbricazione rudimentale, ma comunque efficacie. Una busta gialla con su scritto solo il destinatario, vergato con un normografo. All’interno molta polvere da sparo e come innesco una pila elettrica e il filamento di una lampadina.

Gli investigatori stanno seguendo la pista anarco insurrezionalista, sulla base di attentati simili rivendicati, nei mesi passati, dalla Federazione Anarchica Informale. Una circostanza che desta sospetto è che sia il legale rappresentante della Asco, Massimo Salomone, quanto quello della Morfini, Antonio Morfini, sono entrambi consoli, l’uno dei Paesi Bassi, l’altro della Svezia. Per gli investigatori, tuttavia, il movente sarebbe legato all’attività di import-export svolta dalle tre società, trattandosi di operatori commerciali su rotte di collegamento coi paesi dell’Est.