«Preventiva diffusione agli organi di informazione degli stessi filmati, senza alcun accorgimento idoneo a oscurare il volto delle persone indagate, previo montaggio delle immagini, sottotitolazione e inserimento della colonna sonora». Per i legali di Vito Longo, l’ex direttore amministrativo della Fondazione Petruzzelli accusato di aver intascato tangenti e ora agli arresti domiciliari, il video con le immagini riprese da una telecamera nascosta e diffuso dalla Procura non sarebbe utilizzabile. Di più, per quella telecamera, trattandosi di un ufficio privato non aperto al pubblico, gli investigatori avrebbero dovuto chiedere un’autorizzazione specifica. Lo scrivono pari pari nella richiesta di revoca degli arresti domiciliari la cui udienza preliminare si è tenuta ieri.

In queste condizioni, sostiene l’avvocato di Longo Michele Laforgia, vengono meno tutti i gravi indizi di colpevolezza. Il Tribunale del Riesame si pronuncerà lunedì, proprio il fatto che Longo non ricopre più alcun incarico nella Fondazione rende per Laforgia impossibile la reiterazione del reato e di conseguenza vengono meno le esigenze cautelari.