È mezzogiorno. Sulla Provinciale 110, la strada detta “della Madonna della Grotta”, che collega Modugno allo stadio San Nicola, le auto sfrecciano a velocità sostenuta, ben oltre il limite consentito. Tutto nella norma, non fosse per la presenza di una donna al centro della carreggiata, probabilmente scappata da qualche struttura di cura. Cammina, evidentemente sotto shock, implorando a gran voce l’aiuto di Dio. Al braccio ha un ago cannulla e sanguina.

Le auto le passano accanto ma lei, F.P., continua a camminare incurante di chò che potrebbe accaderle. Chi l’ha percorsa almeno un volta, sa bene quanto sia pericolosa quella Provinciale piena di curve. In direzione opposta, per sua fortuna transita un’ambulanza impegnata in un codice verde. Niente di grave per intenderci. L’autista non ci pensa due volte. Alla prima occasione utile fa inversione di marcia, parcheggia il mezzo di soccorso e si precipita a centro strada per persuadere la donna a seguirlo.

Niente. La signora, con evidenti problemi psichici, come risposta rifila al soccorritore del 118 un calcio allo stinco, causandogli un trauma giudicato guaribile in alcuni giorni. A quel punto la decisione di usare le maniere forti, mentre iniziano a fermarsi anche alcuni automobilisti. L’operatore del servizio di emergenza urgenza prende la signora di peso e la immobilizza sulla barella, mentre questa si sfila l’ago cannula dal braccio. Operazione poco ortodossa, ma assolutamente efficace visto il lieto fine della storia. La paziente è stata poi trasportata al Policlinico, dov’è stata ricoverata, da un altro equipaggio del 118.

L’episodio arriva pochi giorni dopo il tragico incidente capitato di Giuseppe Stragapede, l’anziano malato di Alzheimer travolto da un’auto alle 17.45 del pomeriggio del 10 gennaio, mentre camminava a piedi sulla Provinciale 21, che collega Adelfia a Bitritto.