È finito a Cassano delle Murge la breve latitanza di Teodoro Frappampina, il macellaio 47enne pregiudicato barese, affiliato al clan Di Cosola, destinatario, insieme ad altri quattro soggetti, dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito dell’operazione “Attila” dei Carabinieri.

La notte del 31 dicembre, infatti, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bari avevano arrestato per associazione di tipo mafioso armata, quattro elementi di spicco del pericoloso clan “Di Cosola”. I riscontri delle indagini, durate mesi, avevano dato corpo alle circostanze riferite dai collaboratori di giustizia, che avevano intrapreso tale scelta a seguito degli esiti dell’indagine “Pilastro”, condotta dai Carabinieri di Bari, che il 21 aprile 2015 avevano consentito di assicurare alla giustizia ben 64 affiliati ai “Di Cosola”, tra cui l’omonimo boss fondatore Antonio. Numerose armi, persino un bazooka (recuperate nelle campagne, lo scorso 21 ottobre) a disposizione degli arrestati, per una probabile guerra di mafia in città volta alla “presa del potere”, venivano sottratte alla disponibilità della consorteria dagli investigatori, scongiurando il compimento di altri gravi fatti di sangue in città.

L’operazione “Pilastro”, che durante la primavera scorsa aveva di fatto quasi annientato il clan Di Cosola, aveva creato le indispensabili premesse perché il boss dei boss, Antonio, decidesse di collaborare. Di qui altri pentimenti eccellenti a catena che avevano, nell’insieme, delineato un quadro dettagliato, puntigliosamente riscontrato dalle indagini dei Carabinieri relativamente agli elementi più pericolosi rimasti in libertà, in contrapposizione agli storici nemici, gli ”Strisciuglio”.
L’intendimento della Direzione Distrettuale Antimafia è stato proprio quello di estrapolare, attraverso i riscontri dei Carabinieri, quegli elementi a carico dei cinque arrestati, allo scopo di agire con la consueta tempestività per evitare il ritorno in auge dei “di Cosola”, disinnescando la violentissima lotta sorta al suo interno, per acquisirne la leadership ed il controllo criminale delle aree d’influenza in Bari e provincia.

In particolare, è stata documentata l’accesa contrapposizione scoppiata tra le varie articolazioni interne ai gruppi criminali. Lo scontro era già sfociato, nel decorso mese di novembre, in due gambizzazioni, una delle quali aveva registrato come vittima proprio il Frappampina.

I militari del Nucleo Investigativo, dal primo momento in cui hanno intuito che il Frappampina stesse tentando di rendersi irreperibile, non hanno perso tempo, nemmeno a Capodanno ed hanno letteralmente braccato il latitante, assicurando una costante pressione investigativa su tutto l’entourage del ricercato, focalizzando l’attenzione su alcuni movimenti sospetti proprio a Cassano delle Murge.
In particolare, sono stati i movimenti della moglie dello stesso ad attirare l’attenzione degli investigatori, i quali, nella tarda serata di Capodanno, notandola in compagnia di un soggetto trasportato a bordo di un’autovettura station wagon, hanno deciso d’intervenire bloccando il veicolo.
L’intuizione si è rivelata vincente quando il trasportato è stato identificato proprio nel Teodoro Frappampina, su cui pendeva il provvedimento restrittivo.
Per lui, che non ha opposto resistenza, si sono aperte le porte del carcere, come per gli altri quattro destinatari della misura, che lo hanno anticipato di sole 24ore.