Il sequestro di oltre 500mila chili di olive da tavola è stato effettuato dalla Forestale e dai tecnici dell’Asl competente per il territorio, in un’azienda nel barese, nel corso di un’attività di controllo per la sicurezza e tutela dei prodotti agroalimentari.

Il provvedimento si è reso necessario poiché durante il sopralluogo è stato verificato che all’interno dell’azienda, in aperta campagna, erano in atto operazioni di lavorazione di olive e in particolare di lavaggio, di snocciolatura e trattamento in salamoia di olive da tavola. Tutto funzionante, dunque, nonostante il provvedimento di cessazione delle attività e degli atti autorizzativi disposto da più di un anno dall’ASL, per le precarie condizioni igieniche sanitarie (ambienti, impianti ed attrezzature) dell’intero opificio.

L’azienda utilizzava acqua non potabile (presa da un pozzo artesiano) per la lavorazione dei prodotti alimentari e a servizio dell’intera struttura. I prodotti alimentari detenuti nell’opificio si presentavano in cattivo stato di conservazione (all’interno di alcuni fusti di olive è stata riscontrata la presenza di muffa diffusa, prodotto decomposto ed insetti) e senza alcuna etichettatura e documentazione di tracciabilità.

Il titolare dell’azienda è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria sia per la violazione delle disposizioni dell’Autorità Sanitaria, sia per la detenzione in cattivo stato di conservazione di prodotti alimentari ed è stato sottoposto a sequestro l’intero opificio.