«Ti supplico mi fai fare una telefonata?» La frase cambia di volta in volta al momento dell’abbordaggio, a seconda che la vittima sia una donna o un uomo, un operaio o un professionista. Ciò che rimane inalterato è l’apparente spaesamento e terrore negli occhi di chi avvicina il pollo al quale chiedere l’estrema gentilezza. Il predone è una ragazza normale, ben vestita e italiana. In quel momento chi non si farebbe in quattro per dare una mano al prossimo in difficoltà? È in quel momento che scatta la truffa. Mentre la donna fa finta di chiamare qualcuno, alle sue spalle arriva a piedi o in bicicletta il complice: un uomo.

L’accento è marcatamente italiano, o meglio locale. Ce lo confermano le vittime. È successo ad Acquaviva, a una liceale che si apprestava a salire sull’autobus che l’avrebbe riportata a casa in un paese vicino. Mentre era in procinto di salire sul mezzo, alla giovanissima vittima si è avvicinata una ragazza, vestita con una tuta e un semplice giubbotto invernale, capelli lunghi e castani. Le ha chiesto in lacrime, disperata, di poter effettuare una chiamata dal suo cellulare. La studentessa ha acconsentito, glielo ha consegnato in mano ma pochi istanti dopo è arrivato un ragazzo in sella a una bicicletta e ha strappato il telefono dalle mani della sua complice per poi fuggire a tutta velocità. Il primo istinto è quello di inseguire il ladro, così come ha fatto la giovane donna che, a piedi, non è riuscita a raggiungerlo. E lì la beffa. Quando si è girata per cercare la ragazza in lacrime, non l’ha più trovata. Era sparita nel nulla, assieme al suo cellulare.

Cosa fare quindi? La studentessa quello stesso giorno è andata dai Carabinieri, accompagnata dal padre e da un’amica che aveva assistito alla scena. Tutto questo dopo aver bloccato la scheda del cellulare. Per un maggiore scrupoli, inoltre, ha pensato di rintracciare il telefono con una specifica segnalazione alla Polizia Postale. Peccato che gli uffici in questione siano aperti solo il martedì e il giovedì, e martedì prossimo (8 dicembre) è festa, quindi la denuncia sarà fatta tra sei giorni. Insomma, addio telefono.

Ma il giorno prima del colpo ad Acquaviva, anche nel quartiere murattiano, a Bari, una donna è rimasta vittima dello stesso raggiro. Solo che questa volta il complice non era in sella a una bicicletta ma a piedi. Per il resto la dinamica è la stessa. La signora ha visto sparire nel nulla i due ladri e il suo telefono.

Che fare, quindi? Semplicemente stare attenti, aprire gli occhi. Magari una maniera per non dire di no (perché potrebbe capitare davvero un caso di emergenza) sarebbe quello di chiedere il numero di telefono da comporre senza consegnare il cellulare nelle mani dell’altra persona. Oppure, qualora non si riuscisse proprio a dire di no, tenere sempre d’occhio lo sconosciuto che si ha di fronte e guardarsi attorno. Alla fine, se doveste cadere nella trappola di questi truffatori, ricordatevi gli orari di apertura degli uffici della Polizia Postale per poter rintracciare il telefono rubato.