“Ha fatto cilecca ancora una volta il tablet”… La cosa inquietante non è la frase in sè – ormai lo abbiamo dimostrato in tutti i modi quanto la nuova telecardiologia sia un bluff – ma il fatto che a pronunciarla sia un operatore della centrale operativa barese del 118. A rivelarci l’ultimo allucinante episodio è proprio uno degli operatori, ormai stufo di avere a che fare con situazioni che mettono a repentaglio la vita dei pazienti, lasciando gli operatori sul territorio in balia degli eventi e dei ripensamenti. Nel caso di infarto il tempo è prezioso, ma in virtù degli irrimediabili problemi di connessione intrnet, con la telecardiologia gestita dal Policlinico di tempo se ne perde persino troppo. Niente di grave per i sostenitori del motto: “Nel pubblico si può spendere di più e fare un po’ meno bene”.

Il malfunzionamento del tablet, l’apparecchio che consente di visualizzare l’elettrocardiogramma e se va bene di trasmetterlo alla centrale per ricevere il referto, ha reso infernale la domenica di un 64enne di Altamura colto da malore dopo la tradizionale passeggiata in bicicletta. Un inferno anche per tutte le persone chiamate a gestire il caso. “Il sistema è in attesa di referto… Attendere prego”. Ecco cosa il medico del 118 intervenuto sul posto ha letto per due ore di fila sul tablet che, senza connessione, a un certo punto si è pure bloccato (situazione analoga a quella che si vede nella fotografia).

Ciò che siamo riusciti a ricostruire tramite la collaborzione dello stufo operatore di centrale ha davvero dell’incredibile. Sarebbe ormai il caso sequestrare le telefonate tra i medici del 118 e la centrale operativa, seppure pare ci siano disposizioni non scritte che vietano di chiamare il numero registrato per lamentarsi dei problemi della telecardiologia. L’equipaggio sarebbe stato allertato alle 11.52 e sarebbe arrivato a casa del peziente intorno alle 12.05, da dove sarebbe ripartito per la volta dell’ospedale della Murgia verso le 12.35. Arrivo in ospedale alle 12.42 e triage due o tre minuti dopo.

Tra gli orari, però, come vi abbiamo detto si nascondono le insidie della nuova telecardiologia. Oltre ad essere andato in blocco il tablet – che in questo modo non poteva essere utilizzato su un altro evento – c’è un’altra cosa che continua a capitare senza essere riusciti a risolverla. Il paziente, è stato scoperto, aveva un infarto molto esteso. Dalla centrale di telecardiologia del Policlinico i cardiologi, quando riescono a essere raggiunti, continuano ad allertare i medici del 118 e, nel caso di un infarto, a dire loro: “Devi attivare l’Hub”.  Come se l’operatore del 118 fosse un indovino e possa sapere da solo in quale sala di emodinamica portare il paziente: all’ospedale Miulli, alla clinica Santa Rita, al Policlinico, solo per citarne alcuni. Soprattutto come se non esistessero protocolli operativi che obbligano i medici impegnati sul campo a seguire le disposizioni della centrale operativa. In caso contrario sarebbe una giungla. Purtroppo la situazione attuale non è certo rassicurante.

Il pericoloso scollamento tra la sala operativa della telecardiologia e quella del 118 è un altro aspetto da risolvere. Lasciamo perdere la gestione del paziente, arrivato solo intorno alle 16 all’ospedale di Matera, e occupiamoci del tablet. Su indicazione della centrale operativa del Policlinico sarebbe stata interpellata l’assistenza tecnica. Lo specialista ha sbloccato l’apparecchio “da remoto” introno alle 14.40 e liquidato l’interlocutore con un assurdo: “Può capitare. In quel caso deve spingere la freccetta e aggiornare il sistema”.

Può capitare se si stesse costruendo souvenir raffiguranti i trulli di Alberobello, non quando si lotta tra la vita e la morte. Il tempo è prezioso, ma quanto se n’è perso in questa circostanza? E in tutte le altre? Non possiamo dirlo. Una cosa, però, la sappiamo. La nuova telecardiologia è costosa e pericolosa per chiunque abbia la sfortuna di averci a che fare. Della vicenda sappiamo che, nonostante tutto, l’equipaggio del 118 ha portato il paziente in ospedale vivo, stabilizzato e cosciente. Non sappiamo chi lo abbia preso in carico e a quale terapia sia stato sottoposto. A Matera il 64enne è stato intubato ed ora è ricoverato in terapia intensiva. “Attendere prego…” Abbiamo pazienza, attendiamo volentieri che la giustizia faccia il suo corso per il bene di tutti.