Rapporti sessuali in cambio dell’abilitazione alla professione di avvocato o, in alternativa, il pagamento di 5mila euro in contanti. È l’accusa mossa  da una laureata in Giurisprudenza nei confronti di due impiegati nel Tribunale di Bari.

Come prova a carico, l’aspirante avvocato ha presentato una registrazione allegata alla denuncia. Sono due gli avvisi di garanzia, a firma del pm Antonino Lupo, titolare dell’inchiesta per il reato contestato di corruzione, a carico di un cancelliere della Corte di Appello presso il Tribunale di Bari e un faccendiere, coinvolto già in precedenti indagini.

Sotto la lente di ingrandimento dei Carabinieri, ai quali sono state affidate le indagini, è il concorso dell’anno 2013-14. La presunta vittima dichiara di non aver ceduto alle richieste dei due indagati, i quali, a loro volta, si sono difesi dichiarando che l’accusa mossa loro non è vera e la registrazione non è stata interpretata correttamente.