La Corte di Appello di Bari in merito al processo Fiorita ha assolto l’ex ministro Raffaele Fitto dal reato di corruzione “perché il fatto non sussiste”. L’accusa riguardava una presunta tangente da 500mila euro pagata dall’imprenditore romano Gianpaolo Angelucci sotto forma di finanziamento ai partiti.

In primo grado, nel febbraio 2013, il Tribunale aveva condannato Fitto a 4 anni di reclusione, riconoscendolo colpevole dei reati di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e un episodio di abuso d’ufficio. Oggi i giudici hanno confermato a Fitto l’assoluzione per un secondo abuso d’ufficio, hanno spazzato via quella di corruzione mentre sono stati dichiarati prescritti gli altri reati che gli venivano contestati, fra i quali l’illecito finanziamento ai partiti e altri due abusi d’ufficio. Assolto anche l’imprenditore Angelucci.

Ecco le prime dichiarazioni dell’onorevole Fitto. “Era 20 giugno del 2006 quando mi fu notificata un’ordinanza di custodia cautelare con il sequestro dei miei beni – dice Fitto – la Camera dei deputati, nonostante la mia richiesta di autorizzare l’arresto la respinse all’unanimità. Oggi, sicuramente, sono molto soddisfatto per la sentenza di assoluzione con formula piena ma al tempo stesso molto amareggiato. Non è il giorno delle valutazioni o dei commenti ne’ tantomeno delle polemiche o dei festeggiamenti. Ringrazio i miei avvocati Francesco Paolo Sisto , Luciano Ancora ed Angelica Loiacono per la straordinaria dedizione e competenza. In pochi minuti mi sono passati nella mente quasi 10 anni della mia vita. Il mio pensiero oggi – conclude – va soprattutto a mia moglie, ai miei figli a tutta la mia famiglia che nei momenti più difficili sono stati sempre al mio fianco con discrezione ed affetto insieme a tanti amici che non hanno mai dubitato della mia onestà”.