Alla vigilia di ferragosto era comparsa questa lettera anonima. Nomi, cognomi e accuse pesantissime, ma onestamente un po’ confuse e prive di contenuti oggettivi: presunte bustarelle e assunzioni di favore all’interno della Croce Rossa della Puglia. C’erano anche i riferimenti di un dipendente dell’Ufficio per l’Impiego. Le persone chiamate in causa, indignate, hanno presentato un esposto in Procura. Non solo. Anche il presidente e il neo direttore regionale della Croce Rossa pugliese, Santa Fizzarotti Selvaggi e Francesco Palumbo, si sono rivolti ai giudici per l’uso improprio della carta intestata dell’ente su cui sono stati messi nero su bianco i presunti abusi.

L’inchiesta è stata aperta. La notizia è questa. Adesso vorremmo, unitamente alla parte sana della Croce Rossa Italiana (la maggior parte) e all’opinione pubblica, che la magistratura barese faccia chiarezza. Partendo dalle ultime querele si potrebbe verificare anche tutto ciò che abbiamo denunciato nei mesi scorsi. Una bella occasione per fare una pulizia seria. Sulla denuncia anonima – che poi tanto anonima non è – da Roma è stata avviata un’indagine interna. L’assunzione incriminata, che riguarderebbe la cugina di un sindacalista, però, non avrebbe niente di anomalo nelle procedure. Questo sarebbe emerso in prima battuta.

Mai come questa volta l’intervento di via Toscana è stato tempestivo. Non altrettanto si può dire per lo scandalo degli assegni a me medesimo e le ricevute per i rifornimenti di carburante e per le spese varie dell’ex vice commissario del Comitato barese Luca Mannella, al momento dei fatti contestati sotto la guida della lanciatissima e plurincaricata Ilaria Decimo. Una donna che sa il fatto suo e che oggi è riuscita ad accumulare cinque, forse sei incarichi all’interno dell’ente. Potrebbe averne avuto un altro mentre scriviamo. Chi può dirlo.

La Decimo – lo ricordiamo – con una nota inviata con protocollo del comitato CRI Lecce, di cui è presidente, si dimise ufficialmente da Commissario del Comitato Barese quattro giorni prima del blitz dei carabinieri del Nas nell’autoparco dell’ente in via Domenico Cotugno. Una decisione che mostra tutta la sua lungimiranza e il suo tempismo. Probabilmente i suoi assi nella manica per l’ascesa alla vicepresidenza della Croce Rossa nazionale in occasione delle prossime elezioni.

Al nuovo direttore regionale Francesco Palumbo, secondo alcune indiscrezioni romane, pare sia stato chiesto di verificare se il dipendente incriminato dalla lettera anonima, abbia realmente intasdcato bustarelle e fatto assumente la cugina con un escamotage. Una richiesta legittima per un’attività poliziesca, non certo da fare a un amministratore.

In tutto questo marasma c’è un fatto particolarmente increscioso, che ha portato al trasferimento romano, con l’aria della fuga, dell’ex direttore regionale dell’ente Giovanni Rocchi. Il colonnello avrebbe percepito rimborsi illegittimi, rosicchiando da altri capitoli di spesa. Fosse accertato si tratterebbe di distrazione di fondi. Una prima conferma a questa indiscrezione arriva dal blocco dei rimborsi chiesti da Rocchi per l’albergo e il vitto dell’ultimo periodo di permanenza a Bari. Si tratterebbe di 5.000 euro per l’alloggio e di un considerevole malloppo di ricevute per pranzi e cene, molti dei quali fatti in un locale di Giovinazzo, lo stesso in cui lavora un parente della volontaria anonima che ha sottoposto al giornale la lettera con le accuse finite sotto la lente d’ingrandimento della magistratura.

Una giustizia parziale non servirebbe a molto in questo contesto. Chiarezza su igni fronte, senza discriminazioni. Se, poi, le inchieste interne vengono fatte sulla base di lettere anonime a maggior ragione devono essere fatte quando chi viene nominato per sopperire ai pasticci di altri segnala con coraggio quanto riscontrato nella gestione dei soldi pubblici.

Per una volta il presidente nazionale della Croce Rossa, Francesco Rocca, potrebbe stupirci. Dovesse farlo gliene daremo atto pubblicamente. La nostra non è una battaglia personale. Tolga ogni dubbio sulle situazioni pendenti in Puglia con la gestione Decimo-Mannella. Certo, sarebbe ancor più gradito un approfondimento delle questioni irrisolte e incresciose sollevate in numerosi altri comitati italiani.  se approfondisse le questioni aperte poi l’approfondimento fosse esteso anche ai tanti altri comitati italiani. A volte sfugge che si tratta della Croce Rossa Italiana, quindi degli italiani, non di un manipolo di avventurieri che pensano di poter fare ciò che vogliono.