Sul cartello nella hall del “nuovo” Ospedale della Murgia, c’è scritto U.t.i.c. (Unità di terapia intensiva cardiologica). Al Perinei, inaugurato in tutta fretta prima delle elezioni europee del 2014, in realtà non c’è l’Emodinamica, termine con il quale in cardiologia si indicano anche le metodiche di indagine invasive, quali la coronografia e non invasive, che consentono uno studio morfologico e funzionale della circolazione cardiaca. Una lacuna inaccettabile per un reparto di Cardiologia che, in molti casi, non può essere colmata neppure dal protocollo IMA-SCA dato in carico al 118.

Il protocollo prevede che un paziente arrivato con le patologie cardiache previste venga trasferito dal Perinei  all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti: 30 chilometri, nella migliore delle ipotesi una quarantina di minuti. Non sappiamo se anche l’ultimo decesso, quello di un uomo di 52 anni di Poggiorsini, si sarebbe potuto evitare qualora ci fosse stata la struttura specifica e un’équipe di emodinamisti in grado di effettuare coronarografie e angioplastiche. La cosa certa è che in questi frangenti il tempo è fondamentale. Ogni minuto può essere determinante. In un anno e mezzo non è stato l’unico decesso del genere. Una speranza in meno per pazienti e familiari, un grattacapo in più per i medici tra le cui braccia avviene la morte dello sventurato di turno.

Nel caso del 52enne il trasporto è stato fatto con un’ambulanza dell’ospedale, ma solitamente viene effettuato dall’ambulanza medicalizzata del 118 delle postazioni di Altamura o Gravina. «Proprio stamattina – spiega Alessandro Sansonetti, direttore sanitario dell’Ospedale della Murgia – la Asl di Bari ha mandato i tecnici per fare un sopralluogo nella stanza che deve ospitare l’angiografo e le altre attrezzature per l’avvio dell’Emodinamica. La struttura sarà pronta entro l’anno». Una fase preliminare per capire i lavori da eseguire, anche per trovare una sistemazione adeguata all’angiografo. Il problema è che al nosocomio manca un numero impresisonante di infermieri, operatori socio sanitari e medici. Il rischio che si corre è che sia pronta l’Emodinamica, struttura salvavita per eccellenza, ma non ci sia il personale per renderla operativa.

La speranza di tutti è che nell’avviso pubblico per la ricerca di emodinamisti bandito dalla Asl di Bari, si provveda a prendere anche quelli necessari all’Ospedale della Murgia. In caso contrario avremmo l’ennesima bella e moderna struttura, costata più di un milione di euro, senza però chi la deve portare avanti. Proprio l’assenza dell’Emodinamica è stata una delle denunce fatte da Francesca Mangiatordi e Francesco Papappicco, i due medici in attesa del “giudizio” del direttore generale della Asl di Bari, che nei giorni scorsi si erano incatenati. Ritenengono un bavaglio i due provvedimenti disciplinari avviati a loro carico, con l’accusa di non essere stati deontologici in alcune situazioni, con un riferimenti specifici all’attentato del 5 marzo scorso alla sala giochi Green Table di Altamura, costato la vita a Domenico Martimucci.

Provvedimenti – a loro dire – messi in piedi nel tentativo di piazzare un bavaglio a due medici e sindacalisti che non le hanno mai mandate a dire e si sono esposti in prima persona denunciando le mancanze del 118 e dell’Ospedale della Murgia. La morte dell’uomo di Poggiorsini apre la strada a un’altra considerazione: la latitanza di molti amministratori del territorio durante la protesta dei due medici incatenati. Purtroppo, ancora una volta sulla pelle dei cittadini, dobbiamo constatare quanto il danno perpetrato finora a danno di tutti non sia affatto d’immagine, ma assolutamente reale, certamente non causato dai due professionisti che, al contrario, come qualunque altro collega le persone tentano di salvarle, seppure in queste condizioni balorde.