La protesta dei due medici che nei giorni scorsi si erano incatenati ai cancelli della sede della Asl di Bari e all’esterno dell’ospedale della Murgia è stata interrotta da una telefonata. A chiamare è stato il direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro che, come promesso, ha deciso di chiudere in tempi stretti questa storiaccia. Montanaro ha rassicurato Francesco Papappicco e Francesca Mangiatordi sui tempi della convocazione. I due erano pronti a reincatenrsi all’esterno del Perinei dopo la tregua di alcuni giorni.  “Risolviamo tutto entro agosto – ha spiegato il numero uno della Asl di Bari – in questo momento non so dirle quando potrà essere esattamente convocata la Commissione per discutere dei due procedimenti disciplinari aperti nei confronti dei due meidici, ma le assicuro che chiuderemo questa storia entro la fine del mese”.

Sulla pagina Facebook #noiduecimettiamolafaccia, con più 2.100 iscritti, si continua a esprimere solidarietà nei confronti dei due professionisti in servizio alla postazione del 118 di Gravina e nel pronto soccorso dell’ospedale della Murgia. Dopo il faccia a faccia dei giorni scorsi,  il direttore generale Montanaro non aveva perso tempo. Lette le controdeduzioni presentate dai medici e sindacalisti, convinti che qualcuno voglia mettere loro un bavaglio, ha scritto alcune considerazioni ai componenti della Commissione che dovrà stabilire le sorti dei medici impegnati da tempo in una lotta per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di assistenza offerta dalle strutture sanitarie in cui lavorano.

Il livello di guardia resta alto, ma la telefonata del direttore generale, intervenuto ancora una volta senza perdere altro tempo, è significativa della reale volontà di archiviare la faccenda. Non sappiamo in che modo. A sostegno dei due medici si erano espressi il sindaco di Altamura, Giacinto Forte; rappresentanti del mondo politico e sindacale, ma soprattutto alcuni pazienti ai quali Francesco Papappicco e Francesca Mangiatordi hanno salvato la vita in passato.

Parole di vicinanza e solidarietà erano state espresse anche dalla sorella di uno dei ragazzi coinvolti nell’attentato alla sala giochi Green table di Altamura la notte del 5 marzo scorso, costato la vita al 26enne Domenico Martimucci. Molte delle accuse rivolte ai due professionisti contenute nei procedimenti disciplinari aperti a loro carico – lo ricordiamo – sono legate proprio ai soccori prestati immediatamente dopo l’esplosione. Provvedimenti arrivati più di quattro mesi dopo l’attentato, causando non poche perplessità.