Dei presunti conflitti di interesse e magagne del Comitato Provinciale della Croce Rossa di Crotone avevamo palato il sei aprile scorso. In risposta al nostro articolo il commissario crotonese, Francesco Parisi, aveva risposto annunciando azioni legali nei confronti di chiunque avesso messo in discussione il suo operato. Tre mesi dopo siamo in grado di pubblicare i documenti ufficiali inoltrati alla Procura Generale della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Catanzaro dal direttore regionale della Croce Rossa della Calabria, Margherita Farina.

Una segnalazione articolata su alcuni presunti abusi e illeciti compiuti nel Comitato di Crotone, che confermerebbero quanto avevamo segnalato. In un passaggio di quell’articolo scrivevamo che “Il presidente Rocca ritiene evidentemente normale che Giuseppina Carné, moglie di Francesco Parisi, il commissario di Crotone, sia stata assunta dal comitato centrale e, guarda caso, mandata a Crotone, dove lavora alle dipendenze del marito, che le autorizza ferie, straordinari, permessi e tutto il resto. La Carné, come molti colleghi in tutta Italia, ha presentato ricorso chiedendo la stabilizzazione. Gli altri aspettano ancora, lei no. La sua stabilizzazione è stata immediata”.

Da una ricognizione in tutti i comitati calabresi dove sono in servizio dipendenti pubblici della Croce Rossa, anche il direttore regionale dell’ente – non particolarmente gradita al presidente nazionale Francesco Rocca, tanto da meritare non molto tempo fa venti giorni di sospensione – avrebbe scoperto i presunti raggiri, denunciati puntualmente alle autorità competenti.

La Farina ha messo dito tra moglie, la Carné, e marito, il commissario Parisi. All’appello della Carné mancherebbero, tra gli altri, tre mesi continuativi di timbrature: dal 2 settembre al 2 dicembre 2014. Timbrature rilevate fino al 29 agosto dello stesso anno. E poi ci sarebbero alcune difformità tra eventuali straordinari e buoni pasto percepiti dalla moglie di Parisi, dipendente pubblico in servizio nell’associazione privata di promozione sociale di Crotone. E allora si scopre che le ore di straordinario inserite, non autorizzate dalla direzione regionale della Croce Rossa sarebbero 29 ad aprile, 15 a maggio, 20 a luglio, 20 a settembre e 13 a ottobre del 2014. Per quanto riguarda i buoni pasto, invece, ce ne sarebbero 42 di cui la dipendente avrebbe goduto senza averne titolo.

Non solo. Difformità tra le ore di lavoro pagate e quelle effettivamente timbrate sarebbero riscontrabili in altri mesi del 2014 e nei primi tre del 2015. La cosa più grave, a leggere i documenti, parrebbe la discordanza tra quanto dichiarato dalla Carné, chaimata a chiarire la sua posizione fornendo la documentazione controfirmata dal marito in suo possesso, e quanto risulterebbe effettivamente dai movimenti del badge, il numero 603. Toccherà alla magistratura fare il suo corso adesso. Voi, intanto, se vi pare, continuate a chiamarla privatizzazione. Noi, invece, restiamo in attesa di conoscere quale sarà la posizione del presidente nazionale della Croce Rossa che, per molto meno, ha proceduto a commissariare decine e decine di Comitati in tutta Italia. Magari Parisi avrà una promozione, com’è successo a Ilaria Decimo in Puglia, defilatasi per il rotto della cuffia dallo scandalo dell’autoparco di Bari pochi giorni prima del blitz dei Nas, lasciando solo il suo vice Luca Mannella a gestire la storiaccia, ora nominata ispettrice delle Crocerossine. Per inciso, non si conoscono ancora i provvedimenti eventualmente adottati nei confronti di Mannella dal Comitato nazionale dopo la segnalazione del Comitato regionale in merito a una gestione particolarmente allegra, soprattutto dei buoni benzina e degli assegni “a me medesimo”. Potrebbe anche darsi che abbiano tutti preso una svista.

Il periodo sotto accusa nel caso dei presunti abusi commessi a Crotone è particolamente lungo. Possibile che il presidente regionale della Calabria, Helda Pasqualina Nagero, che in altre occasioni ha mostrato il pugno di ferro e una impressionante presenza, non si sia mai accorta di niente? Certamente si sarà trattato di distrazione in virtù delle tante cose da sovrintendere, ma in queste circosatanze chi è chiamato a vigilare non potrebbe permettersi simili sviste. Sempre che la magistratura accerti quanto denunciato.