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Un sorvegliato speciale 43enne e un imprenditore 53enne, entrambi di Cassano delle Murge, sono stati arrestati dai Carabinieri questa mattina, i due sono accusati di tentata estorsione in concorso. Il sorvegliato, inoltre, dovrà rispondere anche di violazione degli obblighi imposti dalla misura a cui è sottoposto.

Le due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Giudice per le Indagini preliminari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, arrivano dopo i nove provvedimenti cautelari eseguiti lo scorso 2 febbraio per alcuni episodi estorsivi commessi ai danni di un imprenditore barese operante nel settore dei materiali plastici e di un imprenditore edile operante nella zona di Bitonto.

Grazie all’esecuzione delle prime ordinanze è stato possibile raccogliere elementi di responsabilità nei confronti dei due destinatari dei provvedimenti eseguiti questa mattina. Le indagini fecero emergere un grave contesto d’intimidazione da parte della criminalità organizzata locale, che non si limitava ad imporre il pizzo ma entrava nella gestione degli affari delle società per garantire il rispetto di accordi e pagamenti. Talvolta, erano gli imprenditori stessi che, con leggerezza, si rivolgevano ai malavitosi per risolvere i loro problemi, finendo nella morsa del racket.

I due arrestati di questa mattina sono risulterebbero coinvolti nell’estorsione ai danni di un imprenditore barese verso un collega di Barletta, il quale, per ottenere il pagamento di alcune fatture, non aveva esitato a prendere contatti con i fratelli Raffaele e Nicola Anemolo, esponenti di spicco dell’omonimo gruppo criminale operante nei quartieri baresi di Carrassi e Poggiofranco. I primi approcci minacciosi, con intimidazioni rivolte anche a familiari, indussero la vittima a cercare un compromesso proponendo pagamenti rateali per estinguere un debito di circa 30.000 euro. Il cedimento della vittima non fece altro che aggravare la situazione, inducendo i malviventi ad aggiungere interessi e fantomatiche spese legali, raddoppiando la pretesa estorsiva. La situazione disperata convinse l’imprenditore taglieggiato a denunciare tutto ai carabinieri, uscendo finalmente dall’incubo.

Dopo l’arresto, come disposto dal provvedimento cautelare, il sorvegliato è stato associato al carcere del capoluogo barese, mentre l’imprenditore è stato sottoposto agli arresti domiciliari.