Per un autobus che rinasce un altro muore nella maniera più dolce, in riva al mare. Storie di pullman da rottamare, comunque in servizio e di altri ormai alla frutta. La vita è così: cinica ma equa. Con una mano prende, con l’altra restituisce. In piazza Moro passeggeri in festa per la risurrezione meccanica della vettura 8101, quella che il tre luglio scorso si era accasciata sul lato sinistro proprio in piazza Moro. Le lacrime amare di quel giorno si sono trasformate in un pianto gioioso. Un paio d’ore dopo, però, verso le 16, un altro pullman, il numero 53, moriva tra lo stupore generale nei pressi del lido “Il Trampolino”, a San Girolamo. I rumoracci, i singhiozzi, l’insicurezza nella marcia erano quelli di sempre, nessuno avrebbe mai immaginato niente di simile. Niente fumo, nemmeno una fiamma. Ironia della sorte, nello stesso giorno in cui il 16 aveva abbandonato i suoi passeggeri sulla strada per l’Aeroporto, al quartiere San Paolo. Dopo aver bestemmiato in cinese sotto il sole per farsi venire a rimorchiare, l’autista del mezzo ha dovuto consolare un paio di utenti accaldati, che fortunatamente hanno compreso il suo imbarazzo e non lo hanno preso a calci e pugni. Sì, perché ormai sono loro il capro spiatorio di questa assurda mattanza di anziani innocenti. Lui, meravigliato, ha ringraziato. Purtroppo resgistriamo l’ennesima gravissima perdita per paganti e abbonati dell’Amtab. Siate forti. In questo caso due parole sono troppo, una è poca. Se l’autobus potrà essere rimesso su strada, con grave danno per la vita di tutti, state pur certi che tornerà.