L’allegra gestione della Ferrovia Circumetnea di Catania comincia a trovare conferme nelle sentenze dei magistrati (1), (2), (3). Dispositivi che aprono nuovi squarci sui meccanismi che hanno portato alla compilazione delle graduatorie esterne per piazzare figli e amici di sindacalisti e politici e alla creazione di posti ad hoc per l’avanzamento di carriera di qualcuno a scapito di qualcun’altro. Partiamo proprio dalle promozioni, circa 57 avvenute dal 2012 a oggi. A stabilirne l’illegittimità è il Tar di Catania che, oltre a revocare tutti e tre i concorsi interni impugnati da un ex dipendente, dichiara illegittimo il regolamento interno per gli sviluppi professionali del personale di ruolo, con ordine di servizio numero 62 del 29 maggio 2014 (all.2).

In realtà si tratta solo di due modifiche apportate al vero regolamento interno numero 66 del 6 luglio 2012 (all.3) per far volare nel giro di sei mesi operai e impiegati, facendoli salire la scala gerarchica fino a capo ufficio, con diverso parametro e una busta paga più pesante. Un’ascesa veloce, pur essendo per due anni in prova. E arriviamo all’altro ritocchino, apportato per poter far partecipare gli amici appena entrati in azienda. In molti sono ancora convinti che Circumetnea utilizzi a proprio piacimento e a seconda di chi sia il personale da sistemare, due diverse strade: quella interna e una esterna, con due regolamenti diversi. Uno di natura privatistica, riservato al personale di ruolo e uno di natura pubblicistica (all.4) per attingere dall’esterno. Un atto evidentemente creato per selezionare e creare graduatorie piene zeppe di figli, parenti e conoscenti. In questo modo la parvenza di legittimità è assicurata. Alla faccia della spending review.

Quello che fa più indignare è il fatto che Circumetnea è gestita direttamente da Virginio Di Giambattista, direttore generale per il trasporto pubblico locale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un uomo dal quale ci si aspetterebbe una gestione senza ombre. Al contrario, vi abbiamo raccontato con la pubblicazione di altre carte, la grottesca e gravissima vicenda del dipendente assunto come autista di autobus per più di un anno senza avere la patente necessaria. Circostanza smentita in una lettera ufficiale dallo stesso Di Giambattista a chi chiedeva conto della vicenda, terminata poi con il licenziamento senza alcuna conseguenza per nessuno dei protagonisti.

I giudici del Tribunale amministrativo hanno annullato i bandi – abbiamo detto – emanati con un regolamento che non tiene conto della legge secondo la quale, essendo Circumetnea un ente pubblico,  bisognerebbe destinare al pubblico almeno il 50% dei posti disponibili. Senza parlare della completa asenza di qualsiasi riserva occupazionale prevista dalla legge. Una gestione ballerina, in cui, come al solito leggendo gli atti ufficiali e la corrispondenza tra Di Giambattista controllore del Ministero e Di Giambattista controllato della Circumetnea, si capisce chiaramente che, a seconda delle circostanze, la discussa ferrovia di Catania è all’occorrenza un ente pubblico oppure privato.

A dirla tutta, la natura pubblica della FCE è un fatto ormai acclarato, se si considera che il principio è stato affermato in innumerevoli pronunce e in tutte le sedi giudiziarie, anche dall’Avvocatura dello Stato nel 2008. Persino il vice Prefetto Aldo Aldi, con un parere specifico, aveva allertato Di Giambattista e i vertici di Circumetnea (all.5) sull’illegittimità del regolamento interno. Il gestore, però, ha di fatto neutralizzato l’intervento di Aldo Aldi, dell’Ispettorato del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio, contrapponendogli le considerazioni di Maria Barilà, sempre del Dipartimento della Funzione Pubblica della presidenza del Consiglio (all.6).

I due pareri sono contrastanti e non fanno altro che creare confusione in una vicenda che di confuso ha ben poco. Il parere della Barilà, poi, viene recepito all’interno di una Direttiva Ministeriale postuma e solo a ratifica di quanto già fatto (all.7). I primi concorsi interni, ma anche quelli esterni,  infatti, sono stati banditi già ad agosto 2012. Nel frattempo vengono creati nuovi organigrammi, moltiplicati posti interni di funzionari con parametro 230 e capo ufficio con parametro 205, finalizzati a premiare sindacalisti e amici dei dirigenti, che spesso si ritrovano da soli a sostenere un concorso interno, perché i soli ad avere i requisiti necessari, per esempio l’anzianità di servizio (vedi Cannella e Lorena neo funzionari amministrativi). Come sempre alla faccia della spending review.

Chiudiamo tornando alle ultime tre sentenze del Tar, quelle che annullano tre bandi interni e a rigor di logica per analogia tutti gli altri. Al posto di essere revocati, invece, continuano a essere il pretesto per scorrere dalle graduatorie preconfezionate. Per non turbare l’equilibrio raggiunto con le organizzazioni sindacali, Di Giambattista (dimenticando sentenze e pareri dell’Avvocatura) si autocertifica ente pubblico solo transitoriamente per rispondere al Ministero della Difesa, che chiedeva l’applicazione della riserva del 30% dei posti previsti ai militari congedati senza demerito (all.8).

Con l’ordine di servizio numero 13 del 9 marzo 2015, poi, il direttore generale Alessandro Di Graziano, sospende altri 13 concorsi, sempre per analogia (all. 9), ammettendo di fatto che si tratta di concorsi speculari ai tre dichiarati illegittimi dal Tar di Catania. I colpi di scena non mancano mai e allora, grazie a un parere fattosi fare dall’Avvocatura, Di Giambattista il 30 aprile scorso sblocca comunque le graduatorie dei concorsi sospesi per analogia e lo stesso giorno, sblocca anche la nomina ai 13 vincitori dei concorsi precedentemente sospesi dal direttore generale Di Graziano.

La cosa assurda è che la scellerata manovra avviene appena 13 giorni prima della sentenza che potrebbe risultare devastante per l’azienda e per quegli equilibri di coperture costruiti negli anni. Di Giambattista e la direzione aziendale, forse prevedendo il risultato negativo, per non rimanere incartati hanno dato le nomine.

La sentenza viene depositata il 29 maggio e qui scatta l’altra corsa contro il tempo per far entrare nel meccanismo altri due amici. Proprio a seguito di una promozione a capo ufficio avvenuta in area amministrativa si liberano due posti e quindi per Antonino Scarpignato (secondo nella illegittima graduatoria esterna per collaboratore dell’ufficio acquisti, parametro 175),  figlio di Franco Scarpignato coordinatore di esercizio, molto vicino al direttore di esercizio Sebastiano Gentile e per Angelo Borzì (quarto nella illegittima graduatoria esterna per collaboratore dell’ufficio contabilità, parametro 175), si aprono le porte della Circumetnea. L’operazione viene messa in piedi sempre prima del deposito delle tre sentenze, grazie a una delibera fatta dal gestore Di Giambattista il 20 maggio. I neo assunti prenderanno servizio lunedì prossimo, il 15 giugno 2015 (all.10).

Alla luce di quanto abbiamo letto e pubblicato, le dichiarazioni di Virginio Di Giambattista rilasciate qualche giorno fa alla collega Melania Tanteri di livesicilia.it ci lasciano perplessi. Dal gestore della “Ferrovia degli Amici” vorremmo sapere se non crede sia finalmente arrivato il momento di revocare tutte le nomine conferite illegittimamente e annullare le graduatorie pubbliche, emanate senza la riserva di posti ai militari e a tutte le altre categorie previste dalla legge, anche per lo stesso personale interno dell’azienda pubblica.

Si potrebbe iniziare bloccando gli ingressi di Antonino Scarpignato e Borzì Angelo, tanto per dare un segnale forte, ma probabilmente il fine settimana non aiuta. Come per ogni nostro articolo, tutto trova riscontro nei documenti. Se vorrete prendervi la briga di leggere quelli allegati potrete rendervene conto personalmente. Ci piacerebbe che, allo stesso modo, Di Giambattista produca documenti non solo dichiarazioni di facciata. Nella prossima puntata della nostra inchiesta sulla Ferrovia Crcumetnea di Catania analizzeremo le carte che hanno creato questa macchina infernale (pareri, accordi con rsa, corrispondenza, direttive ministeriali e molto altro ancora). Cercheremo anche di capire da chi sono stare composte le commissioni esaminatrici dei concorsi interni ed esterni e se per caso ci sia stato spreco di denaro pubblico, restando in attesa della risposta all’interrogazione parlamentare presentata dai senatori del Movimento 5 Stelle.