«Stiamo facendo tutte le analisi del caso, è partita l’indagine, entro tre giorni dovremmo avere i risultati, ma rientra nelle normali statistiche della malattia. Si cura, non è la peste». Con queste parole il direttore generale del Policlinico di Bari Vitangelo Dattoli ha commentato al telefono il sospetto caso di tubercolosi che riguarda una bambina di appena sei mesi, ricoverata all’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Il caso dunque c’è, ma secondo il direttore Dattoli, sotto la cui responsabilità rientra il Giovanni XXIII, non c’è da preoccuparsi. Qualora l’ipotesi dovesse essere confermata partirà tutta la profilassi necessaria.

«La bambina è di Terlizzi – ci ha confermato il direttore generale della Asl di Bari Vito Montanaro – ha contratto la malattia da una persona della famiglia. Il nostro dipartimento ha iniziato il percorso di verifica per capire qual è l’origine e quali sono le cause che hanno portato alla malattia. Prima di queste riflessioni nulla è possibile dire in merito».

Per cercare di capire se il sospetto in una bambina così piccola rappresenti un campanello d’allarme, abbiamo contattato il Centro Antitubercolare della Asl di Bari. La tubercolosi, ci dicono, è un problema ancora aperto, in Italia e nel mondo. Il fatto che si ammali un bambino così piccolo significa che il bacillo sta circolando, ma non rappresenta un’anomalia dal punto di vista statistico, anche se non è frequente. Il sospetto caso, dunque, non desta stupore tra gli esperti, anche se la malattia colpisce soggetti di età generalmente maggiore. Per i bambini piccoli rappresenta un pericolo per la salute.

Nel sud Italia l’incidenza della malattia è inferiore rispetto al resto del paese, ma è comunque presente, non è un caso se anche Bari aderisce alla Giornata Mondiale contro la TBC.