Il 24 aprile scorso ai Carabinieri di Palermo è stata presentata la denuncia per il furto di un’auto della Croce Rossa, un’Alfa Romeo 156 targata CRI A510B da 2.000 cc (alla faccia della spending review). Secondo quanto scritto sul brogliaccio delle uscite dei mezzi del 23 aprile, la vettura è andata via dall’autoparco alle 14.35, con 124731 chilometri, ma non è più rientrata. Nella colonna dell’entrata è stato scritto qualcosa, poi cancellato con il bianchetto e successivamente con una bella ics. «La ringrazio, devo entrare in riunione, la ringrazio, arrivederci…». Si chiude così la breve conversazione telefonica con il presidente del Comitato provinciale di Palermo, il signor Fabio D’Agostino, al quale avevamo chiesto se fosse vera la voce di popolo secondo la quale l’auto sia stata rubata nottetempo sotto casa sua.

Come si pò immaginare, fosse confermata, questa circostanza lascerebbe aperti molti dubbi. Prima di tagliare corto, però, D’Agostino ha assicurato che l’Alfa 156 «era uscita per ragioni di servizio». Quale servizio non siamo riusciti a saperlo. A leggere il rapportino giornaliero, infatti, sulla casella della destinazione c’è scritto solo “presidente”. In macchina con lui non c’era nessun altro.

Nelle altre caselle, quelle relative alla movimentazione degli altri mezzi, invece, viene riportata anche la destinazione del servizio: “aeroporto”, “CRT”, “T.I.”. Quella mattina D’Agostino era uscito sempre con la stessa auto, senza tuttavia riportare l’orario in cui si era allontato, ma solo quello di entrata: 14.15. Neppure i chilometri sono riportati, al contrario della destinazione: “autoparco”.

Perché la mattina la destinazione è riportata, mentre il pomeriggio c’è scritto solo presidente? Da D’Agostino siamo solo riusciti a sapere che inizialmente c’era preoccupazione sulle ragioni del furto dell’auto della Croce Rossa, magari per compiere azioni criminali. Le indagini avrebbero scongiurato questa ipotesi, anche perché l’auto blu non era di quelle con i fregi della Croce Rossa in bella mostra, ma quella di rappresentanza solitamente usata per le grandi occasioni.

Abbiamo provato a fare la domanda al direttore regionale della Sicilia, la dottoressa Margherita Farina, senza avere risposte. L’unica preoccupazione del direttore è stata quella di sapere da chi avessimo avuto il suo numero di telefono personale. «Non voglio essere disturbata», ha detto prima chiudere. Sarà stato per i guai interni che ha avuto recentemente, ma qualche precisazione sarebbe stata utie.

Qualche giorno prima del furto, la Guardia di Finanza ha fatto visita alla sede del Comitato provinciale di Palermo. Pare – ma non siamo riuciti a trovare conferme ufficiali – che i finanzieri abbiao chiesto alcune fatture inerenti la gestione dei mezzi.

Siccome siamo fermamente convinti che i cittadini, i dipendenti – soprattutto quelli in cative acque -, i contribuenti e i volontari che si dannano l’anima tutti i giorni nel nome della Croce Rossa, debbano sapere con certezza cosa sia successo, abbiamo chiamato anche il presidente regionale della Croce Rossa siciliana, l’avvocato Rosario Valastro. Gentile, disponibile, ma ancora poco informato sulla questione.

«Ho saputo dal presidente provinciale – ha spiegato Valastro – ma non ne ho contezza. Immagino ci siano delle indagini in corso. Un atto indegno soprattutto perché ai danni della Croce Rossa, ma non credo sia stata rubata sotto casa di D’Agostino. Glielo posso dire quasi per certo, ma non ho visto la denuncia. Ho fiducia estrema nell’opera di legalità che fa il presidente D’Agostino. I fatti saranno quelli accertati dalle autorità competenti. La Croce Rossa di Palemo è degna di stima per il grande lavoro che sta facendo. Non bisogna screditare il grande lavoro dei volontari».

Presidente, stia tranquillo, non vogliamo affatto buttare fango su nessuno. Vorremo solo sia chiarito questo episodio, magari rendendo pubblici la località dov’è stata rubata la vettura, l’orario, il motivo per cui fosse in quella zona e non ricoverata nell’autoparco. Glielo chiediamo proprio per salvaguardare l’immagine dell’ente e dei suoi volontari. Un gesto così vile andrebbe condannato pubblicamente, non tenuto al riparo dai ficcanaso. Per la verità ci saremmo aspettati una presa di posizione forte anche dal presidente nazionale Francesco Rocca, soprattutto per il grande lavoro che la Croce Rossa sta facendo in Sicilia per l’accoglienza e la gestione dei tanti profughi che sbarcano sulle coste dell’isola.