I casi accertati sarebbero tre. A portare la scabbia nel reaparto Dialisi dell’ospedale San Giacomo di Monopoli sarebbe stato un dializzato una decina di giorni fa. Gli altri due pazienti contagiati e i loro familiari – tutti di Monopoli -, il personale sanitario e gli operatori che li trasporta in ospedale per la dialisi si sono sottoposti alla profilassi. La direzione sanitaria ha attivato le procedure previste in questi casi, dopo la visita del dermatologo incaricato, che ha provveduto a compilare un regolare referto.

Tutti i materassi sono stati distrutti e sostituiti; dopo ogni trattamento si provvede a cambiare le lenzuola e a disinfettare complementi e strumenti con cui i pazienti sono venuti in contatto. Per estrema precauzione, ai dializzati contagiati è stata messa a disposizione una un’altra stanza, in modo da evitare la promiscuità. Il problema principale, però, è che il paziente che avrebbe innescato il contagio e che adesso non si sottopone neppure più alla dialisi, sostiene di non essere il portatore e quindi rifiuta anche di sottoporsi alla profilassi nonostante diversi solleciti.

Di scabbia non si muore, sia chiaro. Ci si contagia  per contatatto e causa prurito, rossori e piccole vescicole in cui si annida l’acaro. Tutto si risolve attraverso il trattamento con un particolare unguento, oltre che osservando le normali buone prassi iginico-sanitarie. Alcuni anni fa si registrarono alcuni casi all’ospedale Di Venere, più di una decine d’anni fa anche al Policlinico.