Erano privi di partita IVA, di autorizzazioni amministrative comunali e di autorizzazioni igienico-sanitarie ma operavano senza alcun problema nelle zone centrali di Terlizzi e Molfetta, in locali del tutto anonimi, seppur conosciuti da una nutrita clientela.

In particolare è stata scoperta, a Terlizzi, una 34enne che esercitava l’attività di estetista al piano terra di uno stabile dove, all’atto dell’intervento dei finanzieri della Tenenza di Molfetta, erano presenti anche alcune clienti. Il “centro” era munito di lettino, lampade UVA per asciugare lo smalto nonché moderne attrezzature professionali, incluso un macchinario per la pressoterapia utilizzato nei trattamenti contro la cellulite.

Nella circostanza, è stata anche rinvenuta una valigetta con all’interno tutto l’occorrente per eseguire interventi estetici anche “a domicilio”. Scenario simile a Molfetta, dove un 66enne del luogo aveva allestito in un piccolo locale commerciale un modesto salone per uomo, dove la clientela maschile, a prezzi estremamente bassi, poteva recarsi per il taglio dei capelli o anche per la rasatura. Entrambi sono stati segnalati agli uffici comunali competenti per i provvedimenti di chiusura immediata.

Inoltre, verranno applicate le sanzioni di natura amministrativa, cui seguiranno anche approfondimenti di natura fiscale tesi a verificare gli introiti sottratti a tassazione. Questo genere di attività abusive reca un danno in termini di concorrenza sleale agli operatori regolari, posto che, operando “in nero”, evadono le tasse, riuscendo anche a praticare prezzi altamente concorrenziali rispetto agli operatori autorizzati. Non solo, ma tali prestazioni possono essere anche nocive per la salute delle persone perché svolte in locali sconosciuti alle autorità preposte ai controlli igienico-sanitari.