Il medico di guardia asserragliato all’interno della struttura risponde al citofono, ma si rifiuta di curare la ragazza in preda a una crisi respiratoria. È Successo ieri notte ad Adelfia, intono alle ore 23. La giovane, influenzata da qualche giorno, ha iniziato ad avere il fiato corto e forti dolori al petto. Per evitare di intasare i Pronto soccorso degli ospedali, accompagnata dal suo fidanzato, si è recata alla guardia medica, al quartiere Montrone. Al citofono il medico le ha detto che non avrebbe aperto perché era passato l’orario previsto per le visite e che avrebbe dovuto chiamare il numero scritto sul cartello affisso fuori dalla porta. Sul cartello c’è scritto: “Nei notturni l’attività ambulatoriale è chiusa dalle 22.30 alle 8 del giorno successivo. Quando l’ambulatorio è chiuso, la guardia medica è contattabile solo telefonicamente 080/4597254”.

In sostanza, il medico non ha voluto aprire la porta per visitare la paziente, ma subito dopo ha risposto a quel numero di telefono per continuare a sostenere che non avrebbe aperto la porta nonostante la richiesta d’aiuto. La corsa alla guardia medica, infatti, non era per avere un’aspirina o la pillole del giorno dopo. A questo punto sarebbe meglio sostituire il termine notturno con un più coerente “serale”.

A nulla è servita l’insistenza della coppia che, dopo l’ennesimo rifiuto da pare del dottore, ha deciso di chiamare le forze dell’ordine. Nonostante l’intervento dei carabinieri, ci sono voluti diversi minuti prima che il medico aprisse la porta. Il dottore ha continuato a inveire anche contro i militari, prendendoli a male parole. Un’aggressione verbale di quelle che solitamente si ascoltano in altri ambienti. Durante l’acceso diverbio, uno dei carabinieri ha consigliato alla coppia di andare in ospedale. Inaspettatamente, però, alla fine della discussione il medico, con meno fumi in testa, ha detto: “Ormai ci siamo se volete la visito la ragazza”.  La risposta non poteva essere diversa: “A questo punto a lei non farei visitare nemmeno il mio cane”. 

Una storia assurda, che in buona parte spiega la ragione per cui i Pronto soccorso degli ospedali sono perennemente in affanno. La medicina del territorio non funziona, nonostante i proclami e gli annunciati finanziamenti pubblici, quasi sempre in periodi pre elettorali.

In quella stessa guardia medica, pochi giorni prima, un altro dottore ha mandato in ospedale una bambina di due anni con la febbre a 38 e un po’ di muchi, dopo averla oscultata in fretta e furia. In ospedale ai genitori della piccola è stata suggerita una terapia con antibiotico e cortisone. Niente di grave, insomma. Così com’è organizzata a cosa serve la guardia medica?

Al posto della ragazza alla quale il medico ha rifiutato le cure, avremmo certamente formalizzato la denuncia. Sperare nel solo senso di responsabilità in molti casi non basta. Tra tutti gli avvisi affissi sulla porte d’ingresso della guardia medica di Adelfia, c’è anche la fotografia di San Trifone. Qualcuno avrà immaginato situazioni del genere e avrà dato un suggerimento agli utenti: iniziate a pregare.