Pugni, calci e spintoni a due soccorritori e danni alla postazione del 118 di Terlizzi. È successo ieri, tra le 22 e le 23. Un’ora di follia, come purtroppo succede spesso. Un uomo in stato di fermo, medicato dall’equipaggio del 118 nella stazione dei carabinieri del paese per alcune lievi ferite da taglio, non ha gradito l’intervento dei soccorritori.

Appena ha potuto, è uscito dalla stazione dei carabinieri e si è diretto in ospedale. Dopo aver distrutto le porte delle stande della postazione l’aggressore, non trovando nessuno in quel momento si è diretto nel vicino Pronto soccorso. Il medico di turno è riuscito a scappare, evitando la furia dell’uomo. Non contento, l’esaitato si è scagliato contro il soccorritore che, nel frattempo, era andato a vedere proprio in ronto soccorso chi avesse potuto danneggiare in quel modo la struttura.

L’operatore del 118 è stato bloccato e colpito in faccia più volte e in maniera particolarmente violenta. A quel punto, non ancora soddisfatto della vendetta, si è nuovamente diretto nella postazione e ha inziato a picchiare l’infermiere, avvisato dalla centrale operativa dell’arrivo dei carabinieri di Molfetta.

Purtroppo non c’è stato tempo, il soccorritore è stato raggiunto da una raffica di calci e pugni. Ha riportato la frattura di un dito, la distorsione a un ginocchio e un taglio sul labbro. L’uomo alla fine è stato arrestato. Oggi pomeriggio il processo.

Questa assurda aggressione riaccende i riflettori – per la verità da noi mai spenti – sulla scarsa sicurezza di molte strutture in cui sono state ricavate le postazioni del 118, ma anche di tanti ospedali. A Terlizzi la postazione sono un paio di stanze e un bagnetto in fondo a un corridoio. Tutti gli ambienti sono accessibili a chiunque.

Stamattina personale del coordinamento del 118 si è recato sul posto per accertare la consistenza dei danni. Speriamo in un pronto intervento della direzione generale per la messa in sicurezza di tutti gli ambienti in cui opera tutto il personale del sistema di emergenza e urgenza. Lavorare sotto la pressione dei parenti, spesso esagitati, o con il terrore di essere aggrediti all’improvviso non è facile e potrebbe essere la causa di decisioni sbagliate.