Sangue sulle lenzuola, sulle barelle e sul pianale delle due ambulanze lasciate aperte nel parcheggio incustodito. E poi polvere e coriandoli, traccia del via vai dal Carnevale di Putignano. Su un mezzo l’estintore è scaduto a dicembre scorso; sull’altro non lo abbiamo visto.

Sono alcuni dei segni più sconvolgenti della scarsa igiene che siamo in grado di documentare dopo un’incursione all’interno dell’autoparco della Croce Rossa barese, proprio di fronte al centro sportivo Angiulli. L’area è poco illuminata e le telecamere di videosorveglianza – ci è stato detto – riprendono ma non registrano. Anche registrassero, fisicamente dopo le 20 a sorvegliare i monitor non c’è nessuno. Chiunque potrebbe superare il cancelletto sgangherato tenuto in piedi con il fil di ferro o scavalcare la recinzione alta un metro.

In un attimo sei dall’altra parte. Le scioccanti condizioni igieniche delle ambulanze sono un pezzo del disastro. Nella gabbia, lasciata aperta – l’unico deterrente per eventuali malintenzionati è un lucchetto arrugginito che ti si sgretola in mano – sono incustodite diverse bombole d’ossigeno. Ciò che lascia veramente interdetti, però, è il cestino dell’immondizia. Guanti e garze sporchi di sangue buttati insieme agli altri rifiuti, senza nemmeno il coperchio.

La scelleratezza denunciata sinora in merito alla gestione del comitato barese della Croce Rossa sparisce di fronte a quello che abbiamo scoperto nell’autoparco. Eppure, proprio il 23 dicembre, la direzione sanitaria dell’ente, con una mail certificata, ha inviato a tutti i Comitati provinciali e regionali le direttive sulla corretta sanificazione e igienizzazione di mezzi e ambienti.

Tutto disatteso, con grave pericolo per la salute pubblica . Secondo alcune indiscrezioni non sarebbe stata stipulata alcuna convenzione con un ospedale cittadino per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri trattati: guanti, siringhe, garze, lenzuola monouso. Non ci sarebbe neppure traccia dell’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti pericolosi a un’azienda specializzata. Così come non ci sarebbe traccia del registro che certifica le sanificazioni e igienizzazioni delle ambulanze effettuata da apposito personale interno o da aziende specifiche.

Finora, ad eccezione di qualche tirata d’orecchi e strigliata interna, il comitato centrale della Croce Rossa Italiana e il presidente Francesco Rocca, non sono mai intervenuti in maniera netta. Non vorremmo ci fossero davvero particolari legami tra i protagonisti di questa incresciosa vicenda.

Sarebbe il caso che adesso l’ente o il suo presidente si esprimessero pubblicamente e che le autorità competenti faccesero chiarezza e i necessari accertamenti. In quest’ultimo caso non si tratta dell’abuso di privilegi personali, come l’utilizzo dei mezzi della Croce Rossa ma, come per le pessime condizioni igienico-sanitarie del campo di prima accoglienza in via di Maratona, di leggerezze che mettono a repentaglio la salute pubblica e i beni acquistati con i soldi di tutti.