Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani ha archiviato il caso di scomparsa di Mauro Picca, l’anziano molfettese di 68 anni di cui non si sa più nulla dall’11 settembre 2011. L’associazione Penelope Puglia non ci sta e si attiva nell’affissione di 200 manifesti per rompere il muro dell’omertà costruito con tanta cura nella città di Molfetta.

Torbide le motivazioni che hanno portato il giudice alla triste decisione. «La probabile esistenza di “verità nascoste” della vicenda è circostanza risultata chiara sin dall’inizio anche agli inquirenti – si legge nel documento di archiviazione – tuttavia si ritiene che non vi siano, in concreto, spazi di ulteriore approfondimento investigativo». Di fatto, qualcosa di poco chiaro è avvenuto. Ma dato che nessuno è riuscito a capire cosa, la vicenda non può che essere archiviata.

Mauro Picca, 68 anni all’epoca della scomparsa, uscì di casa nel pomeriggio dell’11 settembre 2011. In serata, non vedendolo ritornare per cena, la moglie provò a rintracciarlo ai due cellulari, che risultarono entrambi spenti. Da lì in poi, nessuna traccia.

Dalle prime indagini, gli inquirenti vennero subito a capo di una realtà: Picca aveva una doppia vita. Portava avanti una relazione extraconiugale con una donna alla quale, da verifiche bancarie, pare avesse prestato anche dei soldi. Importanti flussi di telefonate tra i due furono registrati perfino nell’ora precedente a quella della scomparsa. Per questo e molto altro l’associazione Penelope Puglia aveva presentato opposizione alla richiesta di archiviazione deposita dalla parte della Procura di Trani: per loro non può trattarsi di allontanamento volontario.

«La nostra speranza è ancora quella di trovare notizie utili a riaprire il caso – dice il portavoce dell’associazione, prof. Antonio Carbonara – Mauro Picca è morto, non c’è più dubbio. Ma ci aspettiamo che qualcuno ci dia indicazioni utili a recuperare almeno il corpo. Per questo, affiggeremo 200 manifesti con il suo volto in tutte le vie di Molfetta. Vogliamo abbattere il muro dell’omertà che qualcuno ha voluto costruire e far emergere quelle verità nascoste di cui parla lo stesso tribunale di Trani».