Sessantasei omicidi da luglio 2013 a giugno 2014, contro i 33 dell’anno precedente, 60 richieste di rinvio a giudizio, 52 richieste di custodia cautelare, 51 sentenze emesse, 3530 le persone indagate, aumento delle intercettazioni del 7%. I numeri snocciolati all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario dal presidente reggente della corte d’appello di Bari Gianfranco Castellaneta sono inquietanti. Se non si può parlare di allarme sociale, poco ci manca. Di certo si può parlare di emergenza criminalità.

La contemporanea detenzione di quasi tutti i capi clan storici della malavita barese, si legge nella relazione, sta determinando l’emersione di giovani personalità criminali, con gravi fatti di sangue perpetrati per acquisire il controllo del territorio. Molti di quelli che si sono dati alla malavita sono addirittura minorenni.

A rendere più difficile la situazione è la drammatica coincidenza con l’allarme terrorismo scattato ormai da diversi mesi, con il porto di Bari tra i possibili obiettivi sensibili e il passaggio dal CIE di Bari di alcuni soggetti poi riconosciuti come appartenenti all’Isis. La questione viene analizzata nella sezione dedicata ai reati di competenza della Procura Antimafia e, in particolare, all’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali, aumentate nel periodo del 7%, nonostante una contrazione dei costi del 2%. Il riferimento, descritto analiticamente nella relazione, è in particolare all’indagine su una presunta cellula del terrorismo di matrice islamica sgominata ad Andria nel 2013