L’arbitro Minelli li ha interpretati come cori razzisti. A nostro avviso quei fischi provenienti dalla Curva Nord, durante la partita tra Bari e Carpi, e indirizzati all’attaccante Mbakogu, non erano di matrice discriminatoria. Sta di fatto che il Giudice sportivo, dopo aver letto il rapporto arbitrale della gara di sabato scorso, ha attestato che “nel corso del secondo tempo, dalla Curva occupata dai sostenitori del Bari venivano intonati cori di discriminazione razziale nei confronti di un calciatore della squadra avversaria in più occasioni laddove questi toccava il pallone“.

Per questo motivo la società biancorossa è stata ritenuta responsabile a titolo di responsabilità oggettiva per la violazione rilevata dal direttore di gara. Di conseguenza il Giudice sportivo ha sanzionato la stessa società “con l’obbligo di disputare una gara con il settore denominato
“Curva Nord” privo di spettatori” ma, trattandosi di “prima violazione“, e in virtù della concreta e continua collaborazione tra la società biancorossa e le Forze dell’Ordine nella prevenzione delle manifestazioni di violenza e di discriminazione, la sanzione emessa dal Giudice sportivo è stata sospesa.

Ma se nei prossimi dodici mesi saranno rilevate irregolarità della stessa natura, “la sospensione sarà revocata e la sanzione sarà aggiunta a quella comminata per la nuova violazione“.

Chi è andato allo stadio lo sa. Mbakogu si è reso protagonista, in più occasioni, di alcune simulazioni che non hanno di certo fatto piacere ai tifosi. E nel calcio ci sta, così come ci stanno le reazioni del pubblico, che a nostro avviso si è limitato a fischiare, senza intonare cori. Ma qui il vero protagonista è l’arbitro Minelli, che non si è limitato a chiudere una gara diretta in modo indecoroso, ma è andato oltre con un referto a dir poco discutibile.